Lo scorso marzo, quando il governo italiano decise per il lockdown quale risposta all'emergenza della pandemia da Covid-19, ognuno di noi ha avuto reazioni diverse. Stupore, incredulità, ansia, inquietudine, paura, insofferenza. Tutta una gamma di emozioni che con il protrarsi della situazione ha assunto aspetti e profondità differenti.
I telegiornali, il web, i social raccontavano ogni giorno lo svolgersi degli eventi, puntando lo sguardo sulle strade vuote e spettrali, sulle corsie degli ospedali, sulle aule deserte. In pochi si sono soffermati ad osservare che cosa succedeva dietro i vetri delle finestre chiuse, dentro alle case-fortino, nella mente dei ragazzi a casa da scuola e lontano dagli amici, degli anziani barricati in casa, dei bambini lontani dai nonni. Delle persone private all'improvviso della loro vita e delle loro relazioni consuete. Quali i pensieri, quali le sensazioni?
In quei primi giorni di lockdown Chiara Pasetti, scrittrice, drammaturga e giornalista, presidente dell'associazione Le rêve et la vie , ma anche docente di filosofia in una scuola superiore, si ritrova allontanata dal suo lavoro e dai suoi alunni, come tutti noi, consapevole dell'importanza e della responsabilità sociale e civile del gesto di rimanere a casa per proteggersi e proteggere una popolazione intera. Parla con i ragazzi, sente le loro voci, ascolta le loro domande, percepisce i loro dubbi e le loro sensazioni. Decide allora di dar loro l'opportunità di esprimere tutto questo. Li coinvolge nella realizzazione di un cortometraggio, convogliando in maniera creativa la forza di quel materiale emotivo. Una forza che non si è fermata lì.
Troppe le cose da dire, le esperienze da condividere, le suggestioni da mostrare. Al quel primo corto dell'11 marzo 2020, ne sono seguiti tanti altri. Sono sedici i video della prima parte IO RESTO A CASA e due quelli della serie ASPETTO LA FINE (ancora in corso), per un progetto che, pur avendo come sfondo l'attualità della pandemia, ha toccato via via molti temi. Le emozioni e la storia di tutti, ma anche gli appuntamenti più importanti della vita della nazione. Un diario che non ha ancora finito di raccogliere il pulsare delle emozioni e continua dunque nella sua missione di raccontarle.
Oltre ai tanti ragazzi di scuole medie e superiori di varie città italiane, ad affiancare Chiara Pasetti nel portare avanti questo progetto Mario Molinari, regista e direttore del quotidiano La Nuova Savona, e il cantante Achille Lauro, che da subito con grande sensibilità e generosità ha prestato la sua voce e le sue canzoni. Con loro tanti altri tra artisti, professionisti, persone comuni.
Dal grande lavoro realizzato in tutti questi mesi, Chiara Pasetti e Mario Molinari hanno tratto un'antologia che ne mette insieme i momenti salienti e più significativi e che, ospitata dal sito del Teatro delle Udienze di Finale Ligure, sarà proiettata il 5 dicembre alle ore 21.
Il link resterà on line ventiquattro ore e sarà possibile accedervi registrandosi e acquistando il biglietto qui.
L’iniziativa è no profit, dunque chiunque acquisterà il biglietto e l'opportunità di guardare l'antologia, offrirà il suo sostegno a questo progetto.
Per comprendere meglio ragioni e finalità di questo lavoro, le tematiche e il percorso narrativo, abbiamo rivolto alcune domande alla sua ideatrice, Chiara Pasetti.
TMP. Lo scorso marzo, nel momento in cui, con il primo corto, hai iniziato a dare voce alle emozioni contrastanti scatenate dalla decisione del lockdown, sicuramente non avevi in mente un progetto di tale portata e di tale prospettiva. Quando ti sei accorta che i vostri corti potevano rappresentare realmente un documento, una fotografia "emozionale" di questo momento storico?
TMP. In questi lunghi mesi di pandemia sono passati incessantemente in tv fiumi di informazione e cronaca, filmati, interviste - le foto del personale medico spossato, i cortei delle bare, la fila della gente per fare la spesa, le dirette davanti all'entrata degli ospedali. Ciò che appariva importante era documentare gli eventi, dare l'istantanea del fatto. Nella realizzazione dei vostri video, non vi è nulla di tutto questo. Solo poesia, pittura, fotografia, teatro, letteratura e tantissima musica. Ritieni questo l'unico alfabeto utile a dire davvero di sentimenti e sensazioni? Credi che sia compito dell'arte parlare di ciò che non si vede, dare voce a emozioni e inquietudini che altrimenti andrebbero perse?
TMP. In questo lavoro fatto per di persone e per le persone, avete dato voce agli interrogativi di molti, anziani e giovani, insegnanti e professionisti, artisti e lavoratori del mondo dello spettacolo. Tra i tanti, davvero importanti sono stati il contributo e la testimonianza dati da ragazzi e studenti, ai quali forse le restrizioni hanno imposto le rinunce maggiori e di cui voi siete stati senza dubbio tra i primi a parlare. Quale ricordo di questa esperienza credi rimarrà in loro?
TMP. Dal primo video sullo spaesamento di inizio marzo 2020 a quelli su momenti importanti della vita della nazione (il 25 aprile, la Festa del Primo Maggio, la Festa della Repubblica, l'anniversario della strage di Capaci). Quale tra i tanti corti realizzati è quello che ti ha emozionato di più e perché?
TMP. Che cosa ti ha lasciato questo progetto e che cosa speri abbia lasciato in chi lo ha visto? E nel futuro, che appare tutt'ora incerto, pensi continuerete a dare vita a questo diario collettivo?
Redazione themeltinpop.com
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