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Trovare l’arte (e metterla da parte). Light painting

  • Immagine del redattore: Redazione TheMeltinPop
    Redazione TheMeltinPop
  • 24 gen 2024
  • Tempo di lettura: 3 min


Foto di Werner Krause da Pixabay


di Cristina Castagnola


È passato un anno dal mio primo articolo su questa nuova rubrica. Ho deciso di iniziare il percorso con uno dei fotografi da me più amati, Sebastião Salgado, e l’estate scorsa è, invece, apparso Robert Capa, il prototipo del fotografo di guerra. Credo, quindi, che si percepisca abbastanza chiaramente la mia predilezione per questo tipo di arte.

Oggi, tanto per cambiare, tratterò di una tecnica molto particolare e apprezzata di questo mondo: il light painting.


Foto di Raventhorne da Pixabay

Partiamo dal principio: che cos’è il light painting?

Letteralmente significa “dipingere con la luce”. Infatti, si crea un effetto particolare, quasi fantascientifico, all’interno delle fotografie, servendosi di una qualsiasi fonte di illuminazione (torce, LED, fiammiferi ecc). L’importante è trovarsi in un luogo buio e impostare un’esposizione molto lunga (quantità di luce “catturata” dalla macchina). Con questo tipo di settaggio, tutto ciò che il sensore avverte in quell’intervallo di tempo, verrà registrato e si otterranno sulla foto finale dei giochi e delle scie che riprodurranno il nostro disegno, grazie alla fonte luminosa. Magia? No, solamente tanta immaginazione e voglia di fare.


Si possono realizzare forme precise o astratte o dare un’aura completamente nuova a un oggetto. Il limite è la fantasia (e la propria capacità artistica). L’unico aspetto “difficile” è che non si vede cosa si sta facendo fino alla fine! Sono, per l’appunto, immagini in tempo reale, che si servono di un unico scatto che può durare anche diverse ore.


Facciamo, però, ora un ulteriore passo indietro e diamo qualche accenno storico.

Venne introdotta per la prima volta nel 1890 dal fotografo francese Étienne-Jules Marey, sebbene, in realtà, si fosse servito di una palla bianca su sfondo nero, su cui si rifletteva la luce. La tecnica ha avuto il boom negli anni ’30 grazie al fotografo Man Ray, il primo a esplorare veramente questo sistema: il suo lavoro, Space Writing, del 1935, è composto da una serie di autoritratti, in cui circoli e vortici di luce vengono disegnati nell’aria davanti alla macchina. Si scoprirà successivamente che non erano semplicemente una serie di forme astratte, ma la firma di Man Ray.


Nella storia della fotografia, sono numerosi gli artisti che si sono cimentati con questo tipo di arte. È sicuramente molto versatile e può essere impiegata anche per la pubblicità o addirittura nel cinema. Jan Leonardo, uno dei più noti “light painter” del mondo, ha ideato una pubblicità per Lenovo (azienda di elettronica) impiegando proprio quest’arte. Sono due mondi che sicuramente si sposano bene e, infatti, la compagnia decise di acquisire i diritti di alcune sue opere e di impiegarle in questa campagna su scala mondiale.


Jan Leonardo si trova in questo campo da diversi anni e, per ovvie ragioni, è costretto a lavorare la notte, armato “solo” della sua macchina e di varie fonti di luce. La curiosità è la sua compagna di vita e ne sottolinea l’importanza, anche più rispetto alle conoscenze specifiche che possiamo acquisire sui libri. Inoltre, lui stesso ammette di aver imparato e perfezionato la tecnica grazie a molta sperimentazione e molteplici tentativi. Perciò, non dobbiamo scoraggiarci se alla prima non va come pensavamo. È fondamentale avere immaginazione, una buona idea non basta a fare lo scatto perfetto (in basso trovate il link al suo sito ufficiale).



Foto di Jill Wellington da Pixabay

Come vediamo, è piuttosto semplice in linea di principio, ma complessa nella mente. Il processo, tuttavia, permette di esprimere la propria creatività in modi incredibili. Io stessa ho provato a cimentarmi con questa fotografia. La prima volta che vidi un (misero) risultato, con una macchina molto vecchia e una semplice torcia mezza scarica, rimasi stupefatta. Ed ecco un ulteriore passo che mi ha fatto innamorare di questo mondo.


Su Instagram, consiglio di seguire @dariustwin (link in basso), i cui capolavori sono degni del migliore dei pittori: realizza impressionanti fotografie sui temi più disparati (Natale, dinosauri, scheletri, etc.) e persino video di light painting realizzati in stop motion. Si tratta di una tecnologia di animazione che usa oggetti inanimati mossi e fotografati che, in seguito, messi in sequenza tramite il montaggio, danno un effetto di movimento. Non è per nulla facile o veloce. Uno dei film più conosciuti realizzato in questo modo è The Nightmare before Christmas (1993) di Tim Burton, ma troviamo anche Coraline(2009), La sposa cadavere (2005), insieme a Galline in fuga (2000) e Lego Movie (2014), tra gli altri.

È,dunque, un vero e proprio esempio di arte contemporanea che regala sensazioni incredibili a chiunque abbia il piacere di imbattervisi.


 

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