GENOVA BOOKPOP FESTIVAL:
3 domande sul Divenire
In un'attualità di profondi cambiamenti e di rapida trasformazione, Genova BookPop Festival - che si terrà nel capoluogo ligure dal 24 al 27 ottobre - si apre quest'anno al Divenire e si propone di indagarne le forme, i dubbi e i dissidi che porta con sé, le reazioni che provoca. Ma anche le scoperte, le opportunità, i nuovi orizzonti. Una pluralità di sguardi per trovare un percorso comune verso obiettivi comuni.
Per prepararci ad accogliere gli ospiti che per quattro giorni ci condurranno attraverso questo tema, Themeltinpop ha posto loro tre domande sul Divenire.
Sergio Badino (Genova, 1979) è uno sceneggiatore, scrittore e docente di tecniche di narrazione. Tra i suoi libri, il manuale Professione Sceneggiatore (Tunué), i romanzi La via del ricordo (EDB), Un drago in metropolitana (CoccoleBooks), Excelsior! Il taccuino immaginario di Stan Lee (Giunti), e l’albo Matoaka (Giunti). Con l’albo illustrato Mi ricordo di te (Giunti), tradotto in Spagna, America Latina, Cina e Grecia, ha vinto nel 2023 il Premio Letterario Scaramuzza.
Dal 2001 è tra gli autori di Topolino (Panini Comics) e dal 2009 di Martin Mystère (Sergio Bonelli Editore). Con le storie Protocollo Leviathan, Il Nilo Giallo, La Frequenza del Caos e A Nord da Nord-Ovest ha vinto il Premio Atlantide, assegnato dai lettori, come miglior esordio (2014), miglior storia (2017) e miglior sceneggiatore (2021, 2022). Ha scritto la storia di Dylan Dog Il banco dei pegni, pubblicata su Dylan Dog Color Fest n. 7.Ha scritto serie animate per Rai e per Mediaset. Nel 2012 ha fondato a Genova la scuola di scrittura StudioStorie. Mille Papaveri Rossi (Piemme) e Sulle tracce della verità (Pelledoca) sono i suoi lavori più recenti.
L'adolescenza è un periodo di rapidi e profondi cambiamenti, sia a livello fisico che psicologico. Può essere considerata una sorta di "laboratorio" in cui si sperimentano diverse identità e si definisce il proprio posto nel mondo. In che modo il passaggio dall'infanzia all'adolescenza può essere inteso come un paradigma del concetto di divenire?
Prima di tutto, un grande saluto a voi e a tutti i lettori di TheMeltinPop! Il passaggio tra infanzia e adolescenza è il cambiamento per eccellenza, la trasformazione più grande che ci troviamo a vivere nell'arco del nostro percorso di esseri umani. Una trasformazione sia fisica, sia psicologica che ci segna e di cui poi restano tracce negli anni a venire. È una rivoluzione che prelude l'assestamento in quella che sarà la nostra identità di adulti. Non è un caso che alcune tra le più grandi storie di formazione siano viaggi iniziatici, simboli di riti di passaggio, e che parlino a (e di) adolescenti e preadolescenti: da Harry Potter a Star Wars, da Stand by me a It, ma anche Pinocchio, la Divina Commedia e l'Odissea appartengono a questo "genere" intergenerazionale, che piace a lettori di ogni età perché tutti ci si riconoscono. Pensiamo anche a L'amica geniale, o a Spider-Man, un superoeroe amato da tutti: Stan Lee e Steve Ditko furono geniali nel creare un personaggio-eroe adolescente che vive il cambiamento dell'adolescenza anche attraverso la mutazione in uomo-ragno. Questo passaggio si vede bene anche nel primo film di Sam Raimi. Ecco perché penso che i cosiddetti romanzi "per ragazzi" dovrebbero essere letti molto di più anche dagli adulti: perché ci mettono in contatto con un mondo, quello degli adolescenti e dei preadolescenti, di cui in fondo sappiamo poco, anche se ci siamo passati attraverso. Abbiamo dimenticato tutto e ci servono chiavi di lettura per raggiungere il punto di vista dei ragazzi, una cosa di cui sia loro, sia noi, abbiamo disperato bisogno.
In un mondo in continua evoluzione, come percepiamo il concetto di divenire? È una costante inevitabile o una sfida da affrontare? In che modo il divenire influenza la nostra identità, le nostre relazioni e la nostra visione del futuro?
Il divenire è senz'altro ineluttabile, ma ci influenza fino a un certo punto. Quest'estate ho moderato una presentazione, insieme al coautore Massimo Polidoro, dell'ultimo libro di Piero Angela, "La meraviglia del tutto" (Mondadori), una sorta di testamento spirituale del grande giornalista e divulgatore. Bene, nel libro Angela dice che uno dei limiti dell'essere umano è quello di non voler vedere quanto e come i grandi cambiamenti siano vicini, anche per poterli arginare nel caso di evoluzioni negative. Un esempio lampante è il cambiamento climatico: tutti vediamo i danni che sta producendo, e ora forse si comincia ad agire per mitigarlo, sempre che non sia troppo tardi. Però, secondo la psicologia dell'essere umano, problemi come questo non sono mai percepiti come imminenti, si pensa sempre che saranno le generazioni future a doversene occupare, tant'è vero che, in quest'ambito, per anni non si è fatto niente ed esistono tuttora persone, che ricoprono anche ruoli di potere, che negano l'esistenza del cambiamento climatico. Stessa cosa per quanto riguarda l'intelligenza artificiale: Geoffrey Hinton, uno dei recenti vincitori del Premio Nobel per la fisica, tra i pionieri dell'I.A., ne è ora uno dei principali critici. Forse, anche in questo ambito, tendiamo a sottovalutare i rischi e a vedere soltanto i vantaggi, ammesso che esistano.
Nel percorso personale, la scelta tra lasciare e trattenere è una decisione inevitabile ma a volte profondamente combattuta. Nella storia del tuo divenire come individuo, in che misura riesci a lasciare andare e in che misura finisci per trattenere?
Credo che imparare a lasciare andare sia una delle cose più difficili. Quando mia madre è mancata all'improvviso, ormai sette anni fa, ho avuto molte difficoltà a svuotare e poi a vendere casa sua. Non riuscivo a staccarmene e, per più di un anno, ho lasciato tutto com'era, forse nell'illusione, così facendo, di poterla tenere ancora con me. Ma nel frattempo ho compreso di essere in errore: una figura cara, di riferimento come può essere un genitore, nel momento in cui viene a mancare non resterà con noi attraverso gli oggetti o i beni materiali. Rimarrà per mezzo di ciò che ci ha insegnato, dell'amore che ci ha donato. Così, quando quattro anni dopo è mancato anche mio papà, non ho voluto commettere lo stesso errore e, consapevole che in qualche modo sarebbe sempre vissuto dentro di me, ho lasciato andare casa sua (i miei erano separati) e tutte le sue cose che non potevo tenere. Non me ne sono mai pentito. So che i miei genitori non ci sono più, ho affrontato e superato il dolore del lutto, ma adesso pensare a loro mi fa stare bene, perché ho chiaro in mente tutto quello che mi hanno insegnato quand'erano in vita. Mi auguro che questa riflessione mi accompagni a lungo, soprattutto ora che i miei figli crescono (hanno 8 e 12 anni) e, a poco a poco, piano piano, dovremo imparare a lasciarli andare.
L'appuntamento di Genova BookPop Festival 2024 con Sergio Badino sarà sabato 26 ottobre alle ore 15 ai Giardini Luzzati - Spazio Comune di Genova.
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