SENZA FILTRO. GIANNI LUCCHESI E LORENZO CECILIONI
- Redazione TheMeltinPop
- 14 mar
- Tempo di lettura: 5 min

di Annalisa Ramos
Giovedì 27 marzo alle ore 18.00, presso la sede principale della galleria Rossetti arte contemporanea, avrà luogo l'inaugurazione della mostra “Senza Filtro”, un'esposizione a quattro mani realizzata da Gianni Lucchesi e Lorenzo Cecilioni. L’esposizione resterà aperta negli orari di apertura della galleria fino al 27 aprile 2025.
Senza sovrastrutture e compromessi
In mostra saranno esposte le inedite sculture di Gianni Lucchesi, celebre a Genova per la scultura dell'uomo seduto in cima ad una torre di cubi che, nell'autunno del 2023, ha vegliato e incuriosito i passanti di Piazza De Ferrari (qui per approfondire), e le installazioni di Lorenzo Cecilioni, nipote del celebre ceramista Franco Bucci, figura che ha ispirato il percorso dell'artista sino ad una riconosciuta ed originale poetica.

L'incontro artistico tra Gianni Lucchesi e Lorenzo Cecilioni innesca la magia della trasformazione, fisica e intellettuale: un dialogo in cui l'essenzialità della struttura non rinnega l'estetica della forma, dando vita ad una sorta di brutalismo compositivo, inteso nella sua manifestazione concettuale, quale esposizione chiara della struttura e valorizzazione dei materiali, che si mostrano al vero, nella loro natura, senza sovrastrutture e compromessi.
L'essere umano può rivelarsi anche brutale, nel momento in cui mostra aspetti crudi, essenziali, eppure veri.
Lucchesi: la riflessione esistenziale dell'uomo su se stesso
L'assunto di Gianni Lucchesi prende forma da una base concettuale e segue una linea di progetto, sviluppando la riflessione esistenziale dell'uomo su se stesso. Le sue sculture nascono con un fare antico, l'uso tradizionale della penna per i bozzetti preparatori, e terminano concretamente quando le fitte linee su carta si trasformano in reali composizioni di materia. Ogni elemento scelto per materializzare il concetto delle sue opere è intriso e radicato nel significato. Nella loro selezione è custodita una filosofia legata al processo impiegato ad ottenere un determinato tipo di materiale, sia esso faticosamente lavorato dall'uomo o da lui scavato dalla terra madre, dentro le cave, per poi essere trasformato e lavorato nuovamente. Lucchesi si interessa dunque, da sempre, all'impiego del cemento armato a vista, ma anche del ferro, piombo, marmo e pietra: poi assembla, pone in relazione i volumi con una modalità narrativa che tende a sottrarre, piuttosto che aggiungere, a ridurre ed essenzializzare.

Cecilioni: armonie di contrasti e unioni
Lorenzo Cecilioni lavora fondamentalmente la materia grezza in maniera spontanea. Pensata in forma aperta, l'opera viene costruita nella coesistenza dell'idea dell'artista con la materia.
Piombo in prevalenza, ma anche ottone, rame e il legno combusto, ruvido e senza luce. Volutamente, Cecilioni combina relazioni tra materiali difficili, se non impossibili, da controllare: il fuoco e il legno, il metallo e il sale, le reazioni che avvengono quando questi elementi entrano in contatto tra loro portano a risultati non prevedibili. Le emozioni dell'artista sono veicolate attraverso la materia e l'atto creativo culmina nel momento in cui l'equilibro dell'opera ottiene una collocazione concettuale ideale. Il lavoro di Cecilioni si fonda sul rapporto diretto e sincero con i materiali, attraverso i quali esprime la sua sensibilità compositiva, che si dipana in armonie di contrasti e unioni, spazi e distanze, bianchi e neri.

Arte, alchimia della materia
Lucchesi principia dal concetto e crea la relazione, Cecilioni guida gli elementi e colloca la composizione. Unisce i due artisti l'amore per la materia, la sensibilità compositiva, la predilezione di materiali essenziali, grezzi e destinati ad una cruda espressività. Un altro elemento, per motivi diversi, li unisce, ovvero l’aspetto simbolico dei materiali e la loro connotazione chimico-simbolica. Entrambi, come alchimisti, lavorano a trasformare la materia per trasformare loro stessi.
La ricerca artistica in mostra vuole porre all'attenzione il brutalismo delle relazioni, dei rapporti, della società odierna. L'essere umano può rivelarsi anche brutale, nel momento in cui mostra aspetti crudi, essenziali, eppure veri. Ed è proprio l'indagine in merito al concetto di realtà e finzione che occupa un grande spazio nell'analisi dei due artisti. Finzione e realtà vivono di continui scambi e i creativi ne fanno ampio uso, il loro lavoro è quello di plasmare la materia per mostrarla oltre all'oggetto che rappresenta in sé, dare forma ad un'idea e a lavori che, per necessità creativa, assumono la parvenza di qualcos'altro. Noto è il lavoro di Fellini, il quale, nel 1973, per il suo film “Amarcord”, non potendo fare giungere un vero transatlantico sulle rive dell'Adriatico, si costruì il Rex, una nave palesemente finta, così come il mare fatto con i fogli di nylon: un finto, talmente finto, che diventò più potente del vero.
Realtà e finzione
Oggi noi ci stiamo interrogando su realtà e finzione riguardo a qualcosa che tende al reale, ed anzi, ad un iperrealismo. L'intelligenza artificiale crea immagini che ci impressionano ma è un rapporto con una finzione pretende di essere vera, e che diventa più finta del finto. La società dei consumi contemporanea viene interpretata a partire dal concetto di simulacro e sull'impossibilità di scindere la realtà dalla finzione. Il filosofo francese Jean Baudrillard sostenne che il destino e la condizione delle società avanzate attuali è che qualsiasi fatto tende a degradarsi in quanto tale e a diventare uno spettacolo o un oggetto di consumo, a prescindere della sua veridicità o falsità. Informazioni ed interpretazioni, emesse e ricevute, si eguagliano in quanto meri simulacri della realtà.
Il simulacro non è ciò che occulta la verità poiché, quando sa di esserlo, non inganna, è ciò che è. (Jean Baudrillard)
Svanisce la distinzione tra il veridico e il falso; come nella caverna platonica, esistono solo immagini tra immagini, opinioni contro altre opinioni, informazioni diverse, ma non “La Verità”. Tanto la città quanto il mondo virtuale cadono sotto il segno del consumo e dello spettacolo, la cultura stessa si vive come un fatto spettacolare e un processo consumistico. Ma Baudrillard afferma anche che il simulacro non è ciò che occulta la verità poiché, quando sa di esserlo, non inganna, è ciò che è. L’inganno ha luogo, invece, quando si vuol far passare un simulacro per una verità.
L'intento di questa mostra è dunque quello di fare un passo indietro, considerabile, in verità, come un balzo verso l'essenza, per riavvicinarci al fascino di costruire una realtà vera, non inventata, né artificiale. L'idea della sottrazione viene qui sviluppata da un punto di vista concettuale e sociale, applicabile anche alla modalità di percepire ciò che vediamo ed esperiamo. Quel che resta, scegliendo di togliere anziché aggiungere, è la nuda e brutale struttura portante del concetto, l'essenzialità del vero, senza fronzoli e inganni. Una ricerca a quattro mani e due menti, volta alla riscoperta della capacità di rompere la superficie, talvolta finta, a favore di una realtà meno appariscente, ma imponente e solida, come la verità.
SENZA FILTRO mostra bipersonale di Gianni Lucchesi e Lorenzo Cecilioni
27 marzo – 27 aprile 2025
dal martedì al venerdì 10.00-12.30 / 15.30-19.00 - sabato 11.00-19.00
Rossetti arte contemporanea, Via Chiabrera 33 r, Genova
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