Scrittrici, attrici, cantanti, scienziate, pittrici, regine, imprenditrici, cuoche, rivoluzionarie. Quanta creatività, quanto talento, idee, coraggio, orgoglio dentro all'anima dell'universo femminile. Partendo da Agatha Christie per arrivare a Whitney Houston, attraverso Marilyn Monroe, Mary Shelley, Rose Montmasson, la vedova Clicquot e molte altre, "Ritratti di donne" (Morellini Editore, 2023) ci presenta un gruppo di donne che meritano di essere conosciute per la loro esperienza di vita e per quello che ci hanno lasciato.
Ventotto autrici per ventotto racconti, scritti per raccontarcele, tracciandone una breve biografia e aprire una finestra su un momento particolare della loro vita, come se, per qualche istante, noi fossimo lì, a fianco a loro, per vederle muoversi e agire nel loro mondo. E raccoglierne in quei brevi e preziosi tratti la loro eredità e tutta la loro umanità.
Per farvele conoscere meglio e capire lo spirito che ha animato questo progetto nato da un'idea di Sara Rattaro, Themeltinpop ve le presenterà ad una ad una attraverso le loro parole.
Chiara Valseschini presenta Marilyn Monroe
Perché hai scelto proprio questa donna?
Quando Sara (Rattaro) ha chiesto di scegliere una donna che fosse stata significativa per ciascuna di noi, raccontandola e presentandola in un'antologia, ho avuto un vuoto. Non dovuto all’assenza di figure femminili da raccontare, ma per la paura di scegliere una singola donna in mezzo a tante che meritano attenzione.
E’ stato un caso imbattermi in una fotografia in cui Marilyn era con Ella Fitzgerald e la curiosità mi ha spinto a capire l’origine di quello strano incontro. Non riuscivo a distogliere il pensiero da quella fotografia sebbene cercassi altre figure che potessero essere più incisive e magnetiche anche se, per certi versi, meno note di loro.
Avrei fatto parlare Ella, donna dalle qualità canore inimitabili che ha dato il via ad uno stile musicale che, in quella foto, nella sua sobrietà sorrideva impacciata a fianco della divina Marilyn. Ho sempre ammirato Ella ed era giusto che le rendessi onore mentre ho sempre giudicato male Marilyn. Eppure, la storia dietro quella fotografia, ha rovesciato completamente le carte in tavola. E Marilyn è diventata la mia donna da raccontare.
Cosa le diresti oggi se potessi incontrarla?
Le chiederei scusa per essermi fermata alle apparenze. Succede spesso che chi è vittima di pregiudizi, anziché combatterli ne sia promotrice di altri. La ringrazierei per l'opportunità che mi ha dato di guardarla e poi di vedermi con occhi diversi.
Una curiosità in più su di lei che racconteresti ai nostri lettori.
Di Marilyn si sa tutto e forse anche più di quel che si dovrebbe. Io sono rimasta colpita nel leggere l’impegno che metteva nel suo lavoro forse perché essere preparata le dava quella sicurezza che non aveva.
Raccontaci qualcosa su di te e sulla tua passione per la scrittura.
Credo di aver avuto da sempre la passione della scrittura. Interi blocchi Quablock riportano scritti di vita di decenni, storie e qualche tentativo di romanzo breve. Una vita fa scrissi anche una fan fiction che tuttora rileggo per ritrovare quello spirito motivazionale dei vent’anni.
Ora scrivere è realizzare un sogno.
Mi sono affacciata a questo mondo un anno fa con la Fabbrica delle Storie, la scuola con urgenza di scrivere, diretta da Sara Rattaro, credo che la mia fortuna sia stata proprio questa: conoscere Sara e un gruppo favoloso di compagni di scrittura.
Ora sto gattonando in questa nuova vita e mi piacerebbe compiere i primi passi in maniera concreta: aver pubblicato, sebbene ora solo due racconti, mi gratifica e mi arricchisce molto e credo che non ci sia cosa migliore di ottenere ciò attraverso l’emozione che spero di poter suscitare a chi mi leggerà. Il percorso è lungo, ma un passo alla volta si può arrivare ovunque.
Chiara Valseschini, nata in provincia di Brescia, classe ’77, impiegata
da un commercialista, si allontana dallo studio di normative e finanziarie
cercando di dar forma ai propri sogni dedicandosi alla scrittura creativa.
Lo fa frequentando, nel 2022, La Fabbrica delle Storie con Sara Rattaro
e pubblicando un proprio racconto, Passato Prossimo, nella raccolta Questione
di scelte edito Morellini.
Elisa Vincenzi presenta Juliette Alvin
Perché hai scelto proprio questa donna?
Ho scelto Juliette Alvin perché diversi anni fa, grazie ai suoi scritti ho iniziato ad appassionarmi alla musicoterapia, tanto che poi è diventata parte fondamentale del mio lavoro.
Cosa le diresti oggi se potessi incontrarla?
Se oggi potessi incontrarla le direi che ammiro il suo coraggio e la sua determinazione. Inoltre le chiederei di darmi delle lezioni di violoncello.
Una curiosità in più su di lei che racconteresti ai nostri lettori.
Juliette Alvin ha portato le sue ricerche nel campo della musicoterapia in varie parti del mondo, e tra il 1967 e il 1969 è stata per ben due volte in Giappone.
Raccontaci qualcosa su di te e sulla tua passione per la scrittura.
La passione per la scrittura mi accompagna fin da bambina. Mi sono sempre divertita a inventare storie e filastrocche. Ricordo che a tredici anni mi ero messa in testa di voler diventare una giallista come Agatha Christie.
Poi quando ho iniziato a lavorare con la musica e i bambini ho sentito la necessità di creare delle narrazioni che accompagnassero i momenti di attività e da lì ho iniziato a scrivere per i più piccoli. Attualmente scrivo principalmente testi per albi illustrati e narrativa per l’infanzia.
Elisa Vincenzi, nata a Mantova, vive e lavora in provincia di Brescia.
Laureata in Scienze dell’Educazione, si specializza in musicoterapia e in propedeutica musicale. Accanita lettrice e frequentatrice di biblioteche e librerie fin da bambina, affianca all’attività in ambito educativo e musicale, quella di scrittrice di racconti, in particolare per l’infanzia. Ama i gatti, ascoltare il vento tra gli alberi e suonare il basso elettrico.
Instagram: @vincenzi4
Che storie interessanti. Quelle presentate e quelle di chi le ha scritte!