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Ritratti di donne 2. Maryam Mirzakhani, Dolores O'Riordan e Jill Robinson

  • Immagine del redattore: Redazione TheMeltinPop
    Redazione TheMeltinPop
  • 24 mag 2024
  • Tempo di lettura: 6 min



"Ritratti di donne 2"(Morellini Editore), storie di donne scritte da donne.

Ventisette nuove storie per altrettanti personaggi femminili, figure che hanno lasciato un segno, che si sono distinte nel campo in cui hanno messo a frutto il loro talento, la loro determinazione, il loro coraggio. Piccoli ma significativi frammenti delle loro vite, ancora una volta raccolti e raccontati con passione dalle allieve della scuola di scrittura La Fabbrica delle storie della scrittrice Sara Rattaro.



 


Giamila Zaghloul presenta Maryam Mirzakhani



Da Wikipedia

Perché hai scelto proprio questa donna?


Maryam Mirzakhani è stata una matematica iraniana ed è la prima donna nella storia ad aver vinto l’ambita Medaglia Fields, il “premio Nobel per la matematica”.

E’ stato quasi naturale che la mia scelta sulla donna straordinaria da raccontare ricadesse su di lei. Prima di tutto perché sono anch’io una matematica, ma anche perché, avendo io mamma italiana e papà palestinese, mi hanno affascinato ancora di più le sue origini mediorientali.

Io penso che Maryam, nella sua purtroppo brevissima vita, abbia abbattuto molti stereotipi radicati a fondo nella nostra società. Si è fatta strada in un mondo a prevalenza maschile come quello scientifico in generale e della matematica in particolare, senza sbraitare, diventare aggressiva o sgomitare per essere notata. Ha “semplicemente” voluto le stesse opportunità dei maschi, fin da ragazzina, quando con l’amica Roya ha scoperto le Olimpiadi della Matematica e ha fatto di tutto per poter partecipare.

Essere nata in Iran alle soglie della rivoluzione e della proclamazione della Repubblica Islamica non ha fermato la determinazione e soprattutto la passione con cui Maryam ha perseguito i suoi obiettivi.


Cosa le diresti oggi se potessi incontrarla?


Se oggi potessi incontrare Maryam Mirzakhani esprimerei la mia profonda ammirazione per il suo lavoro di matematica, ma anche e soprattutto per essere rimasta la persona umile e gentile che chiunque l’abbia conosciuta ha descritto. Le chiederei, poi, di raccontarmi quanto raggiungere i suoi obiettivi sia stato più difficile per lei che per suoi colleghi maschi, a prescindere da talento, impegno e dedizione. Lei stessa sosteneva che anche negli Stati Uniti la condizione delle donne nella matematica fosse ben lontana dall’essere ideale e che le barriere per le ragazze fossero non troppo distanti da quelle del suo paese natale. Conciliare lavoro e maternità è ancora oggi, purtroppo, una difficile scommessa.

Solo adesso, riflettendo su un nostro immaginario incontro, mi accorgo che in fondo non sarebbe stato così impossibile: ai congressi internazionali, che nel mio piccolo ho frequentato durante il dottorato, non è raro incontrare qualche “medaglia Fields”.



Una curiosità in più su di lei che racconteresti ai nostri lettori?


Maryam non ha mai nascosto che quello con la matematica non sia stato un colpo di fulmine, ma una lenta scoperta, che alla fine le ha rivelato tutta la potenza creativa e sfidante di questa disciplina. Basti pensare che la figlia Anahita, vedendola lavorare accucciata a terra e disegnare grafi e figure geometriche su enormi fogli di carta, era convinta che la mamma facesse la pittrice! Se non è andare contro gli stereotipi questo: una matematica scambiata per un’artista! Da una bambina, certo, ma quante volte i bambini sanno cogliere la realtà meglio degli adulti?!?

Anahita ha perso la mamma quando aveva solo sei anni; oggi è una ragazzina e sono convinta che la sua curiosità di sapere di più di Maryam cresca con lei. Non leggerà mai il mio racconto su “Ritratti di donne”, ma mi piace pensare che possa e voglia ascoltare le tante voci raccontano Maryam. Spero che nonostante il dolore di averla persa, possa rendersi conto della fortuna di averla avuta.


Raccontaci qualcosa di te e della tua passione per la scrittura.


Sono una matematica e lavoro come insegnante al liceo artistico. Da sempre adoro leggere e coltivo il desiderio di scrivere. I corsi di Sara Rattaro e in particolare il progetto “Ritratti di donne” sono stati l’occasione giusta per mettersi in gioco, permettendomi di conoscere meglio e far conoscere la donna straordinaria che è stata Maryam Mirzakhani.



 


Marinella Riccardi presenta Dolores O'Riordan


Perché hai scelto proprio questa donna?


Da Wikipedia (from Fabio Diena)

Dolores O’Riordan è la protagonista del mio racconto.Cantante, autrice e chitarrista dei Cranberries uno dei gruppi rock irlandesi di maggior successo. Da bambina è stata vittima di abusi sessuali, un tormento che ha dovuto sempre portarsi dietro e combattere costantemente. Per fortuna l’amore per la musica le ha dato il coraggio di non arrendersi e di continuare a credere nel suo sogno vincendo, così, un concorso dopo l’altro fino ad arrivare a essere la rockstar che oggi conosciamo. Per questo l’ho scelta, è stata il mio idolo fin da ragazzina. Un timbro vocale inconfondibile capace di scatenare forti emozioni e le sue parole battono ancora nel mio cuore.

 “Chiudi gli occhi, chiudili.

Siamo liberi e possiamo fare tutto.

Perché mi hai aperto gli occhi

Sulla bellezza del mondo.”

Le sue canzoni, le più note come Zombie, Dreams, Just my imagination, Animal instict, Salvation, sono impregnate di cose semplici che denunciano violenze e mancanze sottolineando l’amore per i più fragili, sempre alla ricerca della salvezza.

 

Cosa le diresti oggi se potessi incontrarla?


La ringrazierei sinceramente per tutto ciò che mi ha fatto vivere. Le direi di quanti sogni ha acceso e di quanta energia sprigioni ancora le tua musica. “Hai lasciato un’impronta nella mia anima, non ti scorderò mai.”



Una curiosità in più che racconteresti ai nostri lettori


Ha collaborato con i più grandi artisti della musica internazionale e italiana. Nel 1995 ha cantato l’Ave Maria con Pavarotti in un concerto di beneficenza a Modena e tra il pubblico era presente anche Lady Diana. Nel 2004 con Zucchero in Puro Amore alla Royal Albert Hall di Londra. Nel 2007 a fianco dei Negramaro in Senza Fiato con la sua indimenticabile voce “Vuoi dirmi per favore adesso come posso pensare di vivere senza te”.

 

Raccontaci qualcosa di te e della tua passione per la scrittura


Ho sempre amato la lettura: la mia stanza segreta, il mio rifugio ma l’unica dimensione in cui il sogno della scrittura credevo potesse vivere.Poi, un incontro speciale ha cambiato la mia prospettiva. Ho conosciuto Sara Rattaro quando ha aperto il suo canale Telegram per parlare di scrittura creativa. Così ho iniziato a frequentare i suoi corsi. Mi ha insegnato non solo i ferri del mestiere, la cosiddetta “cassetta degli attrezzi” ma anche ad avere più sicurezza e coraggio e che con costante studio, dedizione e passione tutto può essere possibile.

 


 


Francesca Granai presenta Jill Robinson

 

Perché hai scelto proprio questa donna?


Dal sito www.animalsasia.org

Jill Robinson è un’attivista e fervente sostenitrice dei diritti degli animali.

Nella raccolta di Ritratti di donne 2, non ho esitato mezzo istante nella scelta di raccontare la sua storia perché, come lei, anch'io nutro una profonda passione per gli animali.

Penso inoltre che la storia di persone come Jill, debba essere conosciuta per arrivare a quanti più cuori possibili, ed essere da esempio per la collettività. È una paladina che difende i loro diritti con coraggio e tenacia, e da decenni dedica interamente la sua vita a cercare di proteggerli dalle atrocità che ancora subiscono in molti paesi del mondo.

La sua battaglia è soprattutto rivolta alla causa degli Orsi Tibetani, imprigionati ingiustamente nelle fattorie della bile in Asia, dove vengono maltrattati e sfruttati per l'estrazione della bile che gli asiatici impiegano ancora nella medicina tradizionale, nella cosmesi e nei prodotti secondari.

Per questo nel 1998 fonda Animal Asia, associazione riconosciuta a livello mondiale, che grazie ai fondi raccolti dalla propaganda, e dal lavoro di informazione svolto, oggi ha realizzato ben tre santuari in Cina e Tibet. I santuari sono dei meravigliosi parchi protetti, dove quasi settecento orsi sono stati salvati in questi anni dalle atrocità e dalle torture a cui sono sottoposti nelle fattorie della bile. E il lavoro non è ancora finito.


Cosa le diresti oggi se potessi incontrarla?


Personalmente desidererei incontrarla per manifestarle la mia più grande ammirazione, stima e rispetto. È una fonte di ispirazione per le persone che amano gli animali, e penso che il mondo avrebbe bisogno di più persone come lei. Sicuramente io desidererei essere una di queste.


Una curiosità in più che racconteresti ai nostri lettori


La sua vita è colorata da imprese grandiose, talvolta molto impegnative, e probabilmente non basterebbe un romanzo per parlare dei numerosi salvataggi di orsi avvenuti in condizioni di emergenza o pericolo per la sua stessa vita. Encomiabile.


Raccontaci qualcosa di te e della tua passione per la scrittura.


Ringrazio la mia insegnante Sara Rattaro che ha curato questa raccolta di racconti di donne

straordinarie, e la casa editrice Morellini, che dandomi l’opportunità di far parte di un progetto così importante, mi ha permesso di conoscere Jill Robinson più a fondo, e attraverso lei, di realizzare per la prima volta un mio grande desiderio: la pubblicazione.

Lo ammetto, scrivo per stare bene. Vedere nascere personaggi che dalle mie pagine prendono vita, è un'immensa soddisfazione e il mio intento, sarà realizzato quando i lettori troveranno lo stesso beneficio dalla lettura delle mie storie.

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