"Ritratti di donne 2"(Morellini Editore), storie di donne scritte da donne.
Ventisette nuove storie per altrettanti personaggi femminili, figure che hanno lasciato un segno, che si sono distinte nel campo in cui hanno messo a frutto il loro talento, la loro determinazione, il loro coraggio. Piccoli ma significativi frammenti delle loro vite, ancora una volta raccolti e raccontati con passione dalle allieve della scuola di scrittura La Fabbrica delle storie della scrittrice Sara Rattaro.
Francesca Garda presenta Alfonsina Strada
Perché hai scelto proprio questa donna?
Ho scelto di raccontare la storia di Alfonsina Strada, perché è una donna forte e caparbia. È pioniera della parificazione dei sessi nello sport. Riesce a far diventare un lavoro la sua passione per la bicicletta, in un’epoca in cui la donna deve solo rammendare e badare alla casa.
Cosa le diresti oggi se potessi incontrarla?
Se la incontrassi oggi le direi che è stata il simbolo per tante donne, perché inseguendo il suo sognoè riuscita a conciliare famiglia e lavoro, contro il parere di tutti.
Una curiosità in più su di lei che racconteresti ai nostri lettori?
Non tutti sanno che la canzone “Ma dove vai, bellezza in bicicletta” è stata scritta per lei, ma Alfonsina non ne era molto contenta: voleva che la gente l’amasse non perché era una bella donna su di una bicicletta, ma perché era capace quanto gli altri corridori uomini.
Raccontaci qualcosa di te e della tua passione per la scrittura.
Amo leggere e ancor di più scrivere. Trovo che la scrittura sia uno strumento per emozionare e per emozionarmi.
Paola Maria Greco presenta Wislawa Szymborska
Perché hai scelto proprio questa donna?
Wislawa è una donna che da anni attraversa la mia vita con le sue parole. Posso dire che le sue poesie mi sono amiche. Per questo quando Sara Rattaro ci ha proposto di scegliere una donna di cui raccontare ho pensato a lei senza esitazione pur non conoscendo quasi nulla della sua vita o della donna che era stata. È stata una bellissima esperienza di ricerca e studio. Ho comprato e divorato le sue biografie in lingua italiana, ho cercato immagini, articoli di giornale, ho ascoltato la sua voce in lingua originale e ho provato a guardare dentro ai suoi occhi per comprenderne i desideri e i tormenti. Ho ascoltato illustri relatori e poeti spiegare la sua poesia ed ogni volta è stata una scoperta affascinante. Ne ho conosciuto le stranezze, e scorto una timidezza quasi ostile, perfettamente coerente con le sue opere acute, ironiche, delicate e a mio avviso uniche.
Cosa le diresti oggi se potessi incontrarla?
Probabilmente,temendo di infastidirla, proferirei solo un“Grazie” pronunciato con occhi lucidi e la commozione nel petto.
Ma se fossi capace di maggiore sfacciataggine le chiederei qualcosa a proposito delle sue cianfrusaglie. Devo fare una premessa: è noto che Wislawa fosse una accumulatrice seriale di oggetti di dubbio gusto e utilità. Raccontano gli amici che capitava sovente, nel corso di allegre serate trascorse insieme durante le quali organizzava gare di limerick, che facesse dono ai vincitori di taluna delle sue cianfrusaglie.
Poichè anche io sono una discreta accumulatrice di oggetti inutili, mi sono trovata ad interrogarmi sul significato di una simile “dipendenza”. Le chiederei quindi se conservava per non dimenticare - anche solo una sensazione, un’immagine, un momento - o si trattava, piuttosto, della inconsapevole costruzione di un’emozione futura, che ad esempio può dare l’imbattersi fortunosamente in un ricordo riposto in un cassetto.
Dopo aver ascoltato la risposta, le proporrei uno scambio di cianfrusaglie.
Una curiosità in più su di lei che racconteresti ai nostri lettori?
Mi viene in mente una cosa molto carina. A quanto pare, nonostante il rapporto solidissimo che aveva con il suo compagno Kornel Filipowicz i due non andarono mai a vivere insieme. Ad una televisione tedesca disse una volta Wislawa «Siamo stati insieme ventitré anni. Non vivevamo insieme, non ci davamo fastidio. Sarebbe stato ridicolo: uno scrive a macchina, l’altra pure… Eravamo come due cavalli che galoppano fianco a fianco. Capitava anche che non ci vedessimo per tre giorni di fila». Questo la rende ai miei occhi una donna estremamente moderna e indipendente, comunque capace di un amore grandissimo e totalizzante.
Raccontaci qualcosa di te e della tua passione per la scrittura.
La scrittura è sempre stata la mia forma di espressione preferita. Sin da bambina se dovevo dire qualcosa di emotivamente difficile preferivo scriverla. Penso avesse a che fare con una forma di insicurezza. Quando scrivi puoi permetterti il lusso del tempo.
La scrittura creativa è, invece, una vera e propria nuova sfida.
Qualche anno fa ho avvertito l’urgenza di impegnarmi in qualcosa di ulteriore e diverso rispetto al mio lavoro. Avevo sempre desiderato mettermi alla prova con la scrittura, ma sapevo bene che da sola non sarei arrivata da nessuna parte. Mi sono messa a studiare e a cercare qualcosa o qualcuno che potesse aiutarmi in questa impresa. L’incontro con Sara Rattaro è stato determinante. Oggi mi approccio alla scrittura con lo stesso pudore e qualche consapevolezza in più. La strada è ancora lunga.
Comments