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Riflessioni sui social network: tra realtà e finzione


Foto di Thomas Ulrich da Pixabay

di Sara Picasso


I social network hanno creato cambiamenti significativi in tutto il mondo: permettono a familiari molto lontani di sentirsi più vicini e permettono di essere raggiunti da notizie da tutto il mondo. Consentono alle persone di superare i limiti spazio-temporali, l'esperienza diretta della comunicazione faccia a faccia viene sostituita con attività cognitive e linguistiche mediate dal mezzo tecnologico. Consentono di esprimere opinioni, idee, pensieri... Molto spesso sono anche sfruttati per influenzare i comportamenti e le decisioni delle persone che compongono il sistema sociale.


Ogni giorno veniamo bombardati da infinite informazioni, notizie, pubblicità... Appena accediamo ad una qualsiasi app siamo quasi sopraffatti dal numero esorbitante di notizie. Con il loro avvento nascono anche nuovi termini e attività come il Mukbang (la condivisione in video di persone che mangiano grandi quantità di cibo). Come osserva il filosofo Anders, alla base di chi parla e di chi ascolta non c'è una diversa esperienza del mondo perché tutti i media ne offrono uno simile con il risultato di una comunicazione tautologica, nella quale chi ascolta non impara niente di nuovo ma sente cose che lui stesso già conosce.



Da pixabay

Il loro utilizzo aumenta sempre di più, soprattutto nei più giovani e nei cosiddetti "nativi digitali”, che questo sia per documentarsi su qualche notizia, postare foto, chattare con gli amici o guardare video, ma anche per lavorare e fare ricerca. Questi sono alcuni degli aspetti positivi che ci offrono piattaforme come Google, Whatsapp, Instagram, TikTok, Facebook... ma la peculiarità di ognuno di loro è che ci mette in contatto con il mondo.

Ma i social hanno anche lati negativi come la sostituzione di un dato già fornito dai media ad un ragionamento personale; di sicuro questo velocizza l'arrivo alla soluzione ma quanto ci permette di sviluppare una nostra idea?

Ovviamente sta alla nostra voglia di imparare e alla nostra sete di conoscenza, ma la tecnologia potrebbe in questo caso essere un ostacolo.



Un altro dei lati negativi più frequenti e importanti si verifica specialmente nell'adolescenza, infatti il loro utilizzo può influire sulla formazione dell'identità personale e sull'autostima. Nei casi più gravi si diventa totalmente dipendenti da essi e si arriva addirittura ad isolarsi dalla realtà, dal mondo circostante, come le persone che vengono chiamate Hikikomori.

Al giorno d'oggi siamo sempre collegati, mai da soli ma molto spesso sentiamo comunque un senso di solitudine, di insicurezza e di inadeguatezza rispetto al mondo in cui viviamo.

Postare foto di sé è diventata un'attività frequente, ma quali sono i problemi che ne potrebbero emergere?


Alcune delle problematiche sono legate alla percezione corporea, l'essere validati da commenti e opinioni altrui diventa importante e la mancanza di essi potrebbe innescare una reazione emotivamente disfunzionale in soggetti con scarsa autostima che attribuiscono ai like e ai commenti un valore tale da farli diventare ciò che pensano di loro stessi. Questo potrebbe poi sfociare in problemi alimentari, disturbi dell'umore, sindromi depressive o problemi d'ansia. Inoltre, l'avvento dei social network è diventato un ambiente dove il bullismo ha trovato terreno fertile per evolversi. Colui che preferisce sfogare la propria frustrazione sugli altri invece che pensare ai propri problemi è diventato più frequente e più spietato, aiutato dalla convinzione di non essere riconoscibile, di essere dietro ad uno schermo che lo distanzia da colui che ferisce. È così si che è diffuso a macchia d'olio il cyberbullismo.


Il fenomeno del bullismo in rete è molto diffuso e i cosiddetti “leoni da tastiera” non fanno sconti a nessuno; possono essere presi di mira ragazzini, adulti, maschi, femmine, non ci sono distinzioni; coloro che più spesso si trovano a dover rispondere a critiche, insulti e commenti di poco gusto sui social sono le persone che più li utilizzano come influencer, attori, cantanti e tutti coloro che hanno un seguito numeroso. Se una persona è famosa si propaga l'idea che “deve” accettare qualsiasi tipo di insulto perché fa parte del suo lavoro, ma non è un ragionamento sensato perché dietro agli schermi ci sono persone reali, con sentimenti e problemi; non a caso molti si prendono dei periodi di pausa dai social, per la loro salute.


Foto di Gary Cassel da Pixabay

La verità è che la tecnologia molto spesso viene utilizzata come scusante o viene sostituita ad una vita reale e tutto ciò porta alle varie problematiche citate precedentemente. Servirebbe capire come servirsene senza che sostituisca completamente alcune nostre abitudini come la lettura di un libro, una passeggiata nella natura o una chiacchierata faccia a faccia con un amico. Dovrebbe servire come divertimento e informazione ma con dei limiti e in particolar modo non dovrebbe aumentare i problemi di una persona ma diminuirli. La tecnologia di per sé non è negativa ma è importante riflettere e discutere sui suoi possibili effetti, alcuni dei quali sono solo amplificazioni di problemi già esistenti nella nostra società come la ricerca infinita della perfezione, l'omologazione di massa, il bullismo...


Qual è il motivo per cui le persone fuggono dalla realtà? La tecnologia può migliorarsi? È importante capire da cosa derivano questi problemi?

Queste sono tutte domande alle quali rispondere è difficile e che potrebbero creare divisioni di pensiero. La cosa certa è che ormai questa tecnologia fa parte delle nostre vite e sarebbe utile se non necessario riuscire a conviverci senza giungere a danneggiare noi stessi.



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