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OPERAE: l'uomo e il suo intelletto rivolti al futuro


Ph. Giampaolo Antoni


di Redazione Themeltinpop


L'uomo che guarda


Un uomo con lo sguardo rivolto al futuro.

Un uomo sostenuto dal proprio passato, da ciò che il suo intelletto è stato capace di costruire nel rispetto della natura e delle sue leggi.

Questo è Operae di Gianni Lucchesi, la scultura alta 13 metri che dal 21 settembre 2023, grazie alla grande passione e all'impegno della Galleria Studio Rossetti, è possibile ammirare da tutti coloro che passano attraverso piazza De Ferrari nel centro di Genova.

Dodici cubi in cemento, alla cui sommità è collocata la figura a grandezza naturale di un uomo seduto che guarda verso l’orizzonte. Egli poggia sul suo passato, una colonna verticale che simboleggia il valore e l’importanza del proprio intelletto nella storia. Egli vive il presente, aperto ad accogliere tutti gli stimoli che gli giungono dalla natura e dall’ambiente che lo circonda. E, con la stessa serenità e fiducia, osserva il futuro davanti a sé. Perché la conoscenza, il sapere e il costruire traggono forza dall'intreccio tra passato, presente e futuro.



Il viaggio di Operae per raggiungere piazza De Ferrari (Ph. Giampaolo Antoni)


Fibonacci e Bruno, la matematica e la filosofia sostengono l'arte


Osservando la scultura dall’apice, la sequenza di Fibonacci scandisce la rotazione dei cubi che, sovrapposti in asse l’uno all’altro, sorreggono l’uomo. Essi subiscono una leggera torsione, una rotazione di pochi gradi, realizzando appunto la sequenza aurea 1,1,2,3,5. Metaforicamente, la costruzione non è ancorata al terreno dalla gravità: al contrario, è sostenuta dall’intelletto dell’uomo. Su tutta la lunghezza della colonna sono impressi in oro i sigilli ermetici di Giordano Bruno, in una intensità decrescente dall’alto verso il basso. Tutto questo ad esprimere le forme della natura per mezzo dell’intuito, capace di mettere in comunione la nostra vera essenza con l’universo infinito.


L'arte pone domande, l'arte offre risposte


Nel via vai molto spesso frettoloso della nostra giornata, lo sguardo all'uomo sulla colonna può essere una rapida incidenza o un motivo di riflessione, una presenza che suscita indifferenza o un invito ad associarci a lui nel guardare al futuro utilizzando la forza del nostro intelletto. In ogni caso, sia che interessi o meno, sia che piaccia o non piaccia, l'uomo sulla colonna crea discussione ed è diventato, immediatamente dal suo apparire nella piazza più importante del capoluogo ligure, un meme. Qualcosa che fa parlare di sé in una città che troppo spesso e da troppo tempo appare cerebralmente assopita. E già questo basta a decretare il successo di un'operazione culturale pensata, voluta e realizzata dalla Galleria d'Arte Contemporanea Studio Rossetti e dalla stessa titolare Elisabetta Rossetti, a cui abbiamo chiesto di raccontarci qualcosa di più su questo progetto e su ciò che sta dietro a questa incredibile impresa.



TMP: Ci vuole una grande intuizione e uno sforzo immaginativo per provare a cambiare le cose o avere una percezione diversa della realtà (o del quotidiano). Un punto di vista, in questo caso, dall'alto. Ci racconti come è nata l'idea di questo progetto?


E.R.: Questo progetto è stato realizzato ed esposto per la prima volta per il Fuorisalone di Milano di questo aprile, un’opera realizzata da Gianni Lucchesi, artista che noi avevamo già selezionato e contattato per inserirlo fra quelli a cui dedicare una mostra personale nella nostra galleria.

La cosa divertente, stimolante e sicuramente molto impegnativa è stata che, parlando con lui dei suoi lavori e di questa scultura in particolare, ci siamo dette: “sarebbe bello metterla in piazza De Ferrari”. Ma come? Come riuscire a realizzare un tale progetto? Alle mie prime richieste rivolte alle istituzioni, la risposta ricevuta è stata che non era possibile, perché si sarebbe trattato di mettere un'opera così imponente in uno spazio pubblico così visibile. Poi, in virtù di un grande impegno della galleria e grazie alla bellezza e all'importanza, sia dal punto di vista artistico che metaforico, dell'opera, siamo riuscite a far comprendere all'Amministrazione l’importanza dell’operazione dal punto di vista culturale e del prestigio della città. Una società finanzierà infatti il tour programmato per tutto 2024 di quest'opera nelle principali città culturali italiane e Genova avrebbe potuto essere la prima ad accoglierla, in un momento in cui la città ha bisogno di fatti concreti che ne consolidino l'importanza come città città culturale. Questa è un’opera che è aperta, a servizio della città, quindi è espressione concreta di un'arte che va in piazza e si mette a servizio di tutti i cittadini. La scelta stessa di inaugurare l’installazione dell’opera in coincidenza con il Salone Nautico è stata presa con l’intento di presentare a tutti visitatori una città che dimostra di essere anche culturalmente attiva, che accoglie con grande favore e interesse queste istallazioni.

Arrivare a questo risultato è stata però innegabilmente una notevole fatica. Siamo una coppia molto determinata, che alla parola “impossibile”, contrappone ancora più slancio e audacia, ma non possiamo negare che sia stato veramente difficile, soprattutto per i tanti farraginosi passaggi – un lungo percorso burocratico attraverso gli enti, le istituzioni, tutti i vari uffici che devono dare ognuno un piccolo permesso, ognuno aggiungere un piccolo pezzo. Non nego anche che, in alcuni momenti, siamo state tentate di desistere. Ma è pur vero che le stesse difficoltà esistono in tutte le città, non possiamo dire che siano relative a Genova, anche se resta il fatto che un'operazione come questa dovrebbe essere non soltanto accolta ma fortemente agevolata.




TMP: L'uomo dall'alto ci sostiene con il suo intelletto. Un grande messaggio. Sembra l'unico ad avere una visione, mentre noi che siamo in basso e corriamo in affanno verso il nulla forse abbiamo perso.

E di sicuro se la ride per la tipica accoglienza ligure. Cose ne pensi? Quali sono state le reazioni che hai potuto verificare?


E.R.: Le reazioni sono state, come potete immaginare, le più varie, tendenzialmente molto positive. E questo è per noi decisamente gratificante. Sui social, molte sono state le persone che hanno erroneamente interpretato la posa di questa installazione artistica come opera dell’Amministrazione cittadina e quindi l’opera d’arte in sé è divenuta oggetto di critica, un capro espiatorio di un generico dissenso nei confronti delle istituzioni. In realtà dobbiamo dire che abbiamo ottenuto dei riscontri meravigliosi, non solo nei complimenti che ci sono stati rivolti, ma anche per la valanga di messaggi ricevuti che testimoniano di una precisa volontà di far sapere il proprio apprezzamento. Quindi sicuramente i riscontri sono stati davvero gratificanti, da tutti i punti di vista. Abbiamo addirittura ricevuto tantissime richieste di lasciarla l’opera lì per sempre, perché effettivamente, pur non essendo stata progettata per quella piazza, in realtà, sia come forma che come colori che come struttura, sembra nata per piazza De Ferrari, dove è proprio perfettamente integrata. Purtroppo è molto in alto, a differenza della Statale di Milano dove era possibile osservarla anche dal secondo piano, avendone una visione più diretta. In questo caso l'espressione dell’uomo, molto serena, pacifica e quasi neutra in realtà non si riesce forse ad apprezzare pienamente.

L’uomo guarda verso l'orizzonte in stato puramente contemplativo. L'artista è proprio bravo in questo - lo si potrà apprezzare anche nella mostra che gli dedicheremo – straordinaria è la sua capacità di parlare di temi molto importanti e anche molto attuali - dell'umanità di oggi nei confronti dell'ambiente e anche dell'uomo nel raffronto dei suoi simili, del suo comportamento nei confronti delle difficoltà - temi molto importanti mai affrontati con volontà di giudizio. La spinta a porsi delle domande è condotta sempre in maniera molto elegante, molto essenziale; l’osservatore non percepisce che l’artista lo sta spingendo verso una riflessione, se non lasciandosi accompagnare oltre l’impressione visiva immediata. Un’arte che vuole trasmettere, ma che non è lì per dare delle risposte né dei giudizi.


Ritengo personalmente che questi tipi di espressione o comunque di arte, riescano ad incidere di più, a colpire di più le persone, piuttosto che l'arte che vuole essere un po’ troppo provocatoria. Così è l’uomo lassù, sereno, non pone giudizi; sa che volendo ha le possibilità di risolvere i problemi, grazie al proprio intelletto, che, come dimostrato nel corso della storia, l'ha portato fin qui, e a tutte le leggi di armonia dell'universo intero. L'uomo ci dice che le possibilità ci sono, la sua è una visione tutto sommato positiva. Se tu siedi con serenità, hai le potenzialità per risolvere qualunque problematica, lasciandoti guidare dal tuo intelletto più che farti prendere magari da velleità o desideri di fama, di denaro o di andare sulla luna. La mostra personale di Lucchesi si chiamerà proprio “Houston che sfortuna” e il titolo nasce dal verso di una canzone del cantautore toscano Lucio Corsi , “La lepre” ( Houston, che sfortuna! siamo arrivati tardi, c'è una lepre sulla luna). Come a dire che noi oggi stiamo investendo tutte le nostre potenzialità, le nostre finanze per cercare di rendere la luna un posto vivibile quando, se le stesse energie le occupassimo per risolvere i problemi e le criticità che riguardano il nostro pianeta, saremo in grado di farlo.


Ph. Giampaolo Antoni)

TMP: La Galleria d'arte sta diventando un polo culturale importante per la città.

Ci racconti la tua esperienza nel centro storico e i prossimi progetti?


E.R.: L'esperienza del centro storico per me è molto positiva. Non tanto come ubicazione - effettivamente non da tutti il centro storico è visto come un luogo d’arte, di architettura, di cultura, un luogo bello e sicuro. Tante sono le persone che ancora lo temono, molto più di quanto ci possiamo immaginare, ma è una cosa che ormai ho accettato. Io sono molto contenta di essere qui nel centro storico, perché ho la possibilità di portare alla luce e mostrare luoghi come questo - il nostro atrio e la parte underground della galleria, che sono la bellezza storica della nostra città (è stata proprio Elisabetta Rossetti che con grande volontà e determinazione è recuperato al degrado e all’abbandono quelli che sono oggi i meravigliosi ed affascinanti spazi della sua galleria); ho la possibilità di vedere opere di arte contemporanea in un contesto antico. Questo connubio ritengo possa essere davvero una carta vincente. E se qualcuno non si sente a suo agio a venire qui, mi dispiace perché si perde qualcosa.


Riguardo ai progetti futuri, ne abbiamo tantissimi: la mostra dello stesso Lucchesi (giovedì 5 ottobre alle ore 18, in concomitanza con Genova START, verrà inaugurata la mostra personale dell’artista presso la galleria in via Chiabrera 33 r, curata da Alessandra Redaelli e visitabile fino al 5 novembre 2023); un’altra mostra che prenderà il via il 30 novembre prossimo e un programma per il 2024 già riempito. E non dimentico il desiderio fortissimo di aprire sempre di più gli spazi della galleria a tutto ciò che è cultura, magari con eventi a cadenza mensile, perché poi tutto sommato, al di là di quello che si può pensare e dire, ci sono davvero tante persone interessate alla cultura, persone con cui condividere bellezza e creare connessioni.



Ph. Giampaolo Antoni

 

La scultura Operae di Gianni Lucchesi è un progetto elaborato in collaborazione con Carlo Alberto Arzelà, Julia Caracciolo, Sandra Bozzarelli e lo studio Hangar. L’artista ha sviluppato con l’azienda Giannoni & Santoni sia le soluzioni costruttive dell’opera che le finiture estetiche delle superfici dei cubi in cemento grazie all’utilizzo delle moderne tecnologie dell’azienda mescolate ad un artigianato di alto valore artistico. Lucchesi ha modellato a spatola e patinato la scultura in resina grazie alla collaborazione con l’azienda Poliart, leader nella moderazione 3D di polistirene espanso; la Filotto Srl ha progettato e realizzato l’illuminazione interna ed esterna dell’opera; lo Studio Ingegneria e Dintorni di Pisa ha progettato la statica dell’opera (gli sponsor che hanno reso possibile l’installazione su Genova sono PSA Italy, I.M.S. S.p.A, Ticketcrociere e DPS Online).




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