Una luce poco fa (Piccole occasioni di gioia quotidiana)
di Elena Nieddu
Ogni volta che devo andare a Roma, mi emoziono. Passo la settimana prima della partenza con una specie di agitazione allegra, come se fossi in procinto di fare qualcosa di davvero speciale. In effetti, è proprio così. Ogni volta, grazie ai tanti amici nella Capitale, entro in un quartiere diverso, assaporo scampoli di vite “che non sono la mia”, direbbe Emmanuel Carrère, illuminate da un sorriso o da un commento tagliente. Ogni volta, qualunque sia il punto di vista, mi sorprendo della luce di Roma, di come risulti magnificamente calda e avvolgente, di come permetta a un azzurro puro di stagliarsi e di brillare. Credo siano i rossi e gli ocra degli intonaci, il bruno delle persiane, il terra di Siena delle tegole, ad amplificare una sensazione precisa, senza nome, che si può avvertire soltanto qui. Ogni volta mi accorgo che questa città ha qualcosa di magico, un’aura potente di vita, che esplode nelle cascate di fiori dai balconi, come nei profumi, come nelle voci. Un’aura di gioia, che invita alla pienezza e che fa sentire ancora il sangue scorrere nelle vene.
Elena Nieddu Nata a Genova nel 1974, laureata in Scienze della Comunicazione all’Università degli Studi di Torino, ha conseguito il praticantato giornalistico all’Ifg “Carlo De Martino” di Milano. Nel 2019 è uscito il suo primo libro, “Senza pelle”, edito da Ensemble. Suoi racconti sono stati pubblicati da “Nuovi argomenti”, “La città”, “Letterate Magazine”. Per il quotidiano “Il Secolo XIX” si occupa di cultura, spettacoli e società.
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