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La libertà nella gabbia. Alessandra Gasparini

  • Immagine del redattore: Redazione TheMeltinPop
    Redazione TheMeltinPop
  • 1 nov 2024
  • Tempo di lettura: 4 min


di Annalisa Ramos


“Il tema della gabbia è un tema che io spesso ho rappresentato in pittura, proprio per capirlo meglio. Per me capire vuol dire vedere meglio, la mia intelligenza credo che passi proprio dagli occhi. Quindi l'ho rappresentato un sacco di volte […]."

Quando mi è stato chiesto di partecipare a mostre collettive a tema, per me sono sempre una grande sfida. Chiunque potrebbe pensare che un tema imposto, o una dimensione, possa essere una gabbia o un limite dato all'artista. Non è proprio così, anzi, è l'esaltazione della libertà. Tu hai un tema, un titolo, e devi giocarci, devi stare dentro a quella cosa li, per riuscire ad uscirne. Questa è una gabbia meravigliosa. Le gabbie servono anche per essere distrutte ed andare oltre, riuscire a raggirare la questione. Tutte le volte che mi sono capitate proposte di questo genere, io le ho accolte sempre con grande piacere. E' una cosa bellissima per me, e bé, è ovvio, è abbastanza intuibile il motivo: la vastità di possibilità tante volte è più soffocante di un limite imposto.”

 

Alessandra Gasparini è un'artista che ha saputo evolversi nutrendo il suo spirito in equilibrio tra razionalità e fantasia ed è oggi una sorgente di ispirazione raffinata e intensa. Basti pensare al suo modo di affrontare ogni singola giornata della sua vita. Ci ha raccontato che, ogni mattina, da molti anni, al suo risveglio si pone una domanda, all'apparenza semplice, ma di una potenza sconcertante: “Io sono una persona libera?”

E, partendo da questo quesito, la sua giornata inizia.

 



Ciò che ammalia dei suoi lavori è l'impossibilità di definirli, di rinchiuderli dentro uno stile pittorico o una categoria, un'abitudine molto rassicurante del nostro avvicinarsi al nuovo. Le opere di Gasparini possiedono un titolo, ma non la data, perché può succedere che un'opera venga stravolta e ritoccata da un anno all'altro, fino a che la storia che racconta non è conclusa. A volte le tele sono dipinte fronte e retro, perché lo spazio della cornice si fa soffocante, ma sarebbe impossibile definirne la tecnica, poiché ne vengono usate di molteplici, per la stessa opera. Inoltre, nei casi in cui la dimensione della tela non basti più, perché la narrazione del quadro ha intrapreso un viaggio troppo più esteso rispetto all'ipotesi iniziale dell'artista, Gasparini, senza indugio, applica un nuovo pezzo di tela al quadro, che diventa più grande e pronto a poter liberamente assecondare l'evoluzione che è oramai divenuta urgenza. In beffa ad ogni convenzione, questi accorgimenti, che Gasparini applica con una semplicità che li fa percepire come ovvi, sono in realtà una stranezza nel mondo dell'arte, fatto di classificazioni, archivi e standard.

 




Ma il vero segreto, l'asso nella manica che Gasparini sfodera per condurre al meglio la vita reale - quella lontana dal suo studio e i dai suoi dipinti - è la sua innata abilità di vedere le cose oltre la loro apparenza, un potere che le permette di trasformare le avversità in un vantaggio, di fare tesoro delle proprie unicità e di godere degli inevitabili buchi vuoti della nostra vita.

 

Gasparini, inoltre, si fa gioco dei suoi difetti, quelli congeniti, di cui ben poco si può fare se non imparare a conviverci, e li trasforma in una qualità unica: la miopia, ad esempio, diventa per lei uno strumento artistico. Essendo infatti miope dall'occhio sinistro, Gasparini ha deciso di dipingere il retro delle tele bendandosi l'occhio buono, il destro, per riuscire a non percepire i dettagli, i contorni, e dare vita a quel mondo sfocato che, solitamente, si tenta di correggere ed evitare. Il risultato è come un bozzetto, dai tratti grezzi e istintuali, ma espressivi e naturali. Una narrazione che completa l'opera sulla tela frontale ma che ci appare in maniera diversa, come se fosse stata realizzata da un'altra mano, o, in questo caso, con un altro occhio.





Venerdì 18 ottobre 2024 è avvenuto un incontro, nella Galleria Rossetti Arte Contemporanea (link al video), tra l'artista Alessandra Gasparini e la curatrice Alessandra Redaelli. Dal pubblico, una ragazza domanda: “In che momenti della vita ti appaiono le visioni per realizzare le tue opere?”. Con un gran sorriso, Gasparini risponde: “In coda alle poste. Avete presente quel momento in cui si arriva alle poste, si prende il biglietto e ci si rende conto di avere 80 persone davanti? Bé, ecco, io a quel punto mi siedo, molto contenta, e inizio a pensare.”


La straordinaria potenza con cui questa grande artista affronta quelli che, nella nostra quotidianità, sono piccoli momenti di sconforto, quei buchi neri di tempo apparentemente sprecato che lei riesce a colmare con un momento creativo, ci inducono a pensare a qualcosa: che forse, la vita, a volte bisogna viverla con due occhi, a volte con uno solo, ed altre volte la si può trasformare.

 

E' possibile ammirare dal vivo le opere di Alessandra Gasparini presso la galleria Rossetti arte contemporanea.

 

 



 

 (Ph. by Rossetti Arte Contemporanea, riproduzione vietata)

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