"I sentimenti ritornano, come le tempeste".
E Sara Rattaro ritorna con il suo nuovo romanzo
in libreria dal 14 gennaio.
"Quando si ha paura di morire non si pensa che alla vita". Che nome ha il forte impulso che ci percorre come un brivido e ci da la misura dell'essere vivi davvero? Un uomo, una donna, una paura che s'irradia in tutto il corpo e ne diventa linfa per una notte. Perché a volte la vita abbiamo bisogno di toccarla da vicino, a volte abbiamo bisogno di osservarla con più distacco. Abbiamo bisogno di avere una giusta distanza.
Ancora una volta la scrittrice genovese affronta con l'intensità della sua scrittura le traiettorie imprevedibili dei sentimenti, svela il peso delle scelte fatte e subite e rivela che "vivere ha un peso specifico e si chiama scegliere".
Già ospite di
con un suo racconto (che potete trovare
), Sara Rattaro ci dedica un po' del suo tempo per una chiacchierata di storie e personaggi.
Ecco l'intervista.
TMP. La giusta distanza è un romanzo molto intenso. Ogni personaggio ha una storia che incide nella vita dell'altro. Una sorta di costellazione familiare.
Cito una frase che mi piace molto.
"Se il risultato può superare la somma degli addendi allora bastano solo due persone per fare una famiglia."
Quale tipo di famiglie ci sono oggi?
S.R. Credo fermamente e soprattutto alla luce delle esperienze fatte nella vita e degli incontri avuti che famiglia è esattamente ciò che vogliamo sia. A volte abbiamo anche la fortuna che questo coincida con quello che la legge o la morale pubblica approva ma, per quante storie vogliamo raccontarci, nessuno può decidere al posto nostro chi dobbiamo amare e tento meno di chi ci possiamo fidare.
TMP È molto efficace la metafora della vita: la paura di precipitare. Abbandonarsi al destino. Sopravvivere. Essere sopravvissuti. Anche nelle relazioni. Parliamo di questo aspetto?
SR Da sempre, dichiaro di voler raccontare le storie degli eroi normali, quelli che cercano di domare la vita e di renderla un posto accettabile. La paura di precipitare, a me è capitata davvero. È stata l’unica volta in tutta la mia vita che ho capito cosa significa pensare che stia per finire tutto. Fu molto utile mettere i piedi a terra, una parte di me non ha mai smesso di pensare a quel momento e per quanto la vita tenda a trascinarti con forza dappertutto, penso che decelerare un po’ per dedicare del tempo, l’unico vero lusso che abbiamo, a chi amiamo sia la cosa più straordinaria che possediamo.
TMP. Tutto si può narrare? Sembra che le storie vengano a cercarti. Come nascono?
S.R. Tutto si può narrare è la più grande verità di questo mestiere. Non esistono storie noiose o brutte, esistono storie raccontate male. Il mio lavoro è proprio quello di trovare la “trama” migliore e più adatta al mio modo di raccontare per dare vita ad ogni storia. Per questo posso dire che le storie si trovano ovunque. A volte, nascono dai racconti delle persone che ascolto, a volte amo incrociare i destini delle persone, a volte mi basta un’immagine perché tutto abbia inizio.
TMP. La tua scrittura è un meccanismo perfetto che ti conduce esattamente dove vuoi arrivare, ossia dare al tuo lettore una storia così intensa che la può indossare e viverla come fosse la propria, riuscendo ad un tempo ad essere universale e particolare. Quanto lavoro da “artigiano della parola” c’è dietro tutto questo?
S.R. Questo è un lavoro fortemente artigianale ed è quello che amo di più. Per questo credo che si possa imparare a scrivere. Il segreto è quello di non avere fretta ma anche di avere tempo. La stesura di una storia richiede costanza, una dedizione quasi quotidiana, un pensiero rivolto ogni giorno. E poi, bisogna avere il coraggio di osare. Le descrizioni più significative nascono proprio così, dal tentativo folle di segnare un gol da fondo campo. Se ci riesci passerai alla storia, altrimenti farai una pessima figura.
TMP. Quello tra lo scrittore e i propri personaggi è un rapporto complesso, fatto di simbiosi tanto come di razionale distacco. Ti capita di rileggere a distanza di tempo i tuoi romanzi? Ripensando alla vita dei tuoi personaggi, senti mai di essere stata troppo indulgente o troppo severa con loro?
S.R. Ogni tanto rileggo delle parti dei miei romanzi ma in generale amo lasciarli andare. Non ho mai avuto la sensazione di essere stata troppo indulgente, forse sono stata un po’ troppo dura, a volte, ma la vita sa essere spietata molto più di me.
TMP. Lo scrittore è spesso un grande lettore. Parliamo pertanto per un attimo con la Sara lettrice. Non ti chiederemo però dell’ultimo libro che hai letto o di quale sia il tuo romanzo preferito, bensì di quale tipo di storia in questo momento avresti voglia di leggere. O quale romanzo avresti voluto scrivere?
S.R. Sì, leggo tanto e vorrei poterlo fare di più. Ho sempre un libro in borsa. Sono sempre alla ricerca di storie che mi strappano il cuore, che mi facciano vedere qualcosa che non avrei mai immaginato. Di recente, ho letto un libro che ho amato molto. Si intitola La prima donna di Malusa Kosgran, una storia dolorosa e dolce allo stesso tempo. L’autrice affronta con eleganza e sensibilità il desiderio di un ragazzo di cambiare sesso in un’Italia mai abbastanza attrezzata e capace di comprendere. Ecco, quel libro lo avrei voluto scrivere io ed è stato bello vedere che chi mi ha preceduta, l’ha fatto in modo impeccabile. Arrivare secondi fa parte del gioco e se chi ti ha anticipato ha fatto un ottimo lavoro, forse ti ha semplicemente tolto dai guai. Ve lo consiglio.
Sara Rattaro è nata a Genova. Laureata in Biologia e in Scienze della Comunicazione, ha lavorato come informatore farmaceutico prima di dedicarsi completamente alla sua grande passione, la scrittura. È autrice di molti romanzi: Sulla sedia sbagliata, Un uso qualunque di te, Non volare via (Premio Città di Rieti 2014), Niente è come te (Premio Bancarella 2015), Splendi più che puoi (Premio Rapallo Carige 2016), L'amore addosso (Sperling&Kupfer, 2017), Il cacciatore di sogni (Mondadori, 2018), Uomini che restano (Sperling&Kupfer, 2018) Sentirai parlare di me(Mondadori, 2019),Con te non ho paura (DeAgostini, 2019) e la sua ultima fatica La giusta distanza (Sperling&Kupfer, 2020). Sara Rattaro tiene con passione corsi di scrittura creativa presso
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