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LA FILOSOFIA DELL'IGUANA

L'AMICO AMERICANO.


STORIE D'OLTREOCEANO


Picture by Philippe Apatie

di Emanuele Pettener


Se in South Florida c’è un blackout è probabile sia colpa di uno scoiattolo o di un’iguana: amano giocare pericolosamente coi cavi elettrici. Allo scoiattolo, così carino, la coda fulva e il musetto simpatico, si perdona tutto. Ai belli del resto si perdona sempre tutto. Alle iguane no. Ho sempre vagheggiato un racconto con una vecchia iguana voce narrante e il seguente incipit: “D’accordo, sono un’iguana. Sarete belli voi”. Ho persino scritto un poemetto:


Ambirei allo snobismo dell'iguana che quando si stufa della gente sale fra gli alberi semplicemente (e talora dagli alberi cade goffamente ma come se nulla fosse se ne va alle risa degli umani indifferente).


Detesto i serpenti, ma le iguane non mi danno fastidio. M’incuriosiscono: sono mostri preistorici, in fondo. Non sono aggressive, non rappresentano un pericolo per nessuno, gatti e cani compresi, si cibano di piante e fiori, ma con moderazione (gli esperti dissentono, e pure qualche signora a cui han mangiato gli hibiscus). Certo sono tante, poiché figliano velocemente e in abbondanza, te le trovi ad ogni angolo, specie se l’angolo è bruciante di sole: se ne stanno placide, immobili, ai bordi delle strade, sul cemento bollente dei marciapiedi, sulle assi roventi dei moli, sulla riva dei canali – come pigri bagnanti agostani –salvo farsi un tuffetto all’improvviso (sono ottime nuotatrici) e asciugarsi stravaccandosi sul ramo di un gumbo limbo.



Picture1 by Lisa Santoro


Non sono originarie del luogo – sono arrivate negli anni ’60 dall’America centrale e meridionale, come cuccioli esotici – e poi, come i pitoni, sono state abbandonate e han proliferato. Le giovani iguane indossano un verde sfavillante, altre un cupo color bottiglia, e nella stagione degli amori diventano d’un vivo arancione: possono superare il metro e mezzo, ma anche quando diventano vecchie, grasse e pesanti, mantengono una rapidità di corsa fenomenale. A parte la signora degli hibiscus, non ho mai visto nessuno disturbato dalla loro presenza, gli studenti del campus ci convivono, come convivono con le anatre, i procioni e i professori. Però è una specie invasiva e se riempiono un giardino, vengono a giocare coi cavi elettrici, contaminano le piscine di escrementi o arrivano a spolparti le aiuole che avevi appena innaffiato, il Floridiano si altera e chiama l’exterminator – che fa una strage.


È legale ammazzare iguane in Florida, può farlo chiunque, ma umanamente: pugnalandole alla testa, decapitandole, oppure sparandogli con una pistola ad aria compressa. È invece illegale avvelenarle, annegarle, o congelarle. A congelarle, dieci anni fa, ci riuscì un front cold, un fronte di freddo polare giunto dal nord che strinse la Florida in una morsa di gelo atipico: l’iguana sotto i cinque gradi s’intorpidisce, come in coma, e cade dagli alberi stecchita (in questi frangenti il solerte National Weather Service invita la popolazione alla prudenza: attenzione, pericolo iguane in testa!). L’iguana sembra morta ma non lo è. Quando il sole la riscalda torna più arzilla di prima, a meno che il gelo non si protragga, come appunto capitò nel 2010: fu uno sterminio. Per anni non vedemmo più un’iguana in giro, poi – ricordo ancora la sorpresa di vederne una, come ritrovare un vecchio amico; e nel giro di pochissimo tempo tornarono ad affollare la città.



Picture by Emanuele Pettener

Questo può dispiacere a molti ma non a chi le apprezza a tavola. Nei Caraibi del resto viene chiamata pollo de los árboles, la sua carne lodata per le sue qualità proteiniche superiori a quelle del pollo stesso e persino per alcune proprietà taumaturgiche. Da un articolo del Sun-Sentinel raccolgo e traduco la testimonianza di Ishmeal Assan, residente a Fort Lauderdale ma nativo di Trinidad: “Prima si taglia la testa, poi la si arrostisce, con la pelle, perché una volta arrostita è più facile levarle la pelle. Quindi si taglia a pezzi e si condisce con prodotti freschi, come cipolla ed erba cipollina. Personalmente amo farcirla con curry e peperoncino. Sa di pollo”. Procurarsi iguane per i Floridiani è semplice, ma esiste una compagnia californiana specializzata in cibi esotici (bistecche di leone e salsicce di procione, fra gli altri) che dalla Florida importa quasi cinque tonnellate al mese di iguane (surgelate o vive), vendendone la carne disossata a circa centoventi dollari al chilo (solo cento con la pelle). Buon appetito!



 


Emanuele Pettener, nato a Mestre, insegna Lingua e Letteratura italiana alla Florida Atlantic University (Boca Raton, Florida), dove nel 2004 ha conseguito un Ph.D in Comparative Studies. Ha scritto numerosi articoli e racconti apparsi su riviste statunitensi e italiane. È autore dei romanzi È sabato mi hai lasciato e sono bellissimo (Corbo, 2009), Proust per bagnanti (Meligrana, 2013), Arancio (Meligrana, 2014), e Floridiana (Arkadia, 2021). Ha pubblicato il saggio Nel nome del padre del figlio e dell’umorismo. I romanzi di John Fante (Cesati, 2010) e, in inglese, la raccolta di brevi racconti A Season in Florida (Bordighera Press, 2014, traduzione di Thomas de Angelis).



 

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