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L'uomo e i colori: un legame da scoprire


Foto di Daniel Roberts da Pixabay

di Sara Picasso


Secondo Kandinsky il colore ha un ruolo fondamentale nella vita di tutti noi, esso rappresenta il motore delle vibrazioni dell'anima e come uno strumento musicale crea la melodia che tocca il cuore dell'ascoltatore.

Vivere i colori vuol dire accettarne gli effetti che hanno su di noi, la percezione di ogni colore cambia a seconda delle esperienze che ognuno di noi ha con essi. In una vita frenetica come quella in cui viviamo a volte, non ci accorgiamo di quanta importanza essi abbiano in ogni ambito che ci circonda.


I colori hanno sempre fatto parte della vita dell'uomo e hanno sempre creato curiosità, per questo motivo da essi sono partiti diversi studi.

Newton fu il primo a capire la composizione della luce; per riuscire a scomporla fece

passare un raggio di luce bianca in un prisma di vetro. Quella luce entra e lo attraversa, una volta fuoriuscita viene scomposta nei sette colori fondamentali: rosso, arancione, giallo, verde, blu, indaco e viola. Ogni colore ha un angolo di rifrazione diverso, quindi una volta che il raggio di luce bianca esce dal prisma devia in modo differente al variare della lunghezza d'onda ovvero del colore. Se si fanno convergere i raggi colorati si ottiene nuovamente la luce bianca, questo avviene perché è un fenomeno fisico reversibile.

Un avvenimento naturale che mostra la scomposizione della luce solare bianca è quello dell'arcobaleno, dopo un temporale infatti le goccioline d'acqua rimaste sospese nell'aria, in particolari condizioni di illuminamento agiscono come tanti piccoli prisma e ci permettono di osservare nel cielo lo spettro dei colori visibili.


Quasi un secolo dopo a questo interessante studio di Newton si inizieranno ad avere interpretazioni leggermente diverse e soprattutto meno scientifiche riguardo allo studio della luce e dei colori. Infatti essa verrà poi studiata in modo più empatico, questo grazie a Goethe. Egli fonda la sua teoria sulla percezione che l'uomo ha di questo fenomeno. Questo approccio ha fatto in modo che nascessero nuove discipline della scienza che si dedicano al rapporto tra colore ed emotività.

Nel 1947 al Congresso Internazionale di psicologia di Losanna è stato presentato per la prima volta il test dei colori di Max Lϋscher; si tratta di un test volto sia alla conoscenza personale che degli altri soggetti, che si tratti di bambini o che si prendono in considerazione gli adulti; esso, tramite la scelta di determinati colori durante la giornata o il loro rifiuto, aiuta a leggere la personalità del soggetto.

Gli esseri umani percepiscono i colori come dotati di caratteristiche emozionali e la nostra reazione ad essi cambia a seconda dell'umore o dalle esperienze che ognuno ha avuto con essi; lo stimolo sensoriale viene elaborato dal nostro cervello che coordina e codifica gli stati emotivi facendo nascere risposte inconsce.


Fin dall'antichità gli artisti tramite le loro opere hanno cercato di creare delle sensazioni, delle emozioni negli occhi dello spettatore, per comunicare qualcosa o per convincere di qualcosa o anche solo per trasmettere quello che loro stavano provando; ancora oggi questo avviene e si può notare in maniera evidente nella scienza del neuromarketing, che utilizza la scelta di un colore da parte delle aziende per stimolare i consumatori all'acquisto di un prodotto di una determinata azienda.



Foto di Joshua Choate da Pixabay

È possibile trovare delle somiglianze tra la teoria del prisma e l'uomo, questo perché esso è in grado di diffondere intorno a sé quella luce che deriva dall'anima. L'immagine del prisma ci insegna ad essere noi stessi e puri come il cristallo, in modo che la luce bianca in cui siamo immersi riesca ad attraversarci per permetterci di vedere tutte le nostre sfaccettature. L'uomo come il prisma ha la capacità di assorbire esperienze, ma a differenza di esso, ha una coscienza e quindi può capirle e dar loro un significato.

Riflettere sulla teoria del prisma con una mentalità più emotiva ci aiuta a comprendere più approfonditamente le sensazioni più intrinseche dell'anima.

È necessario capire chi si è e accettarsi, con i propri difetti, le proprie cicatrici e i propri tormenti ma anche per la propria bellezza interiore, decidere chi si vuole diventare ed essere trasparenti; solo in questo modo i propri colori emergeranno e saranno visti dagli altri. In fondo non siamo che prismi che devono capire come far fuoriuscire le sfumature che sono in noi.

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