di Alessia Spinola
Titolo: tutto chiede salvezza
Genere: drammatico
Episodi: 7
Durata: 45 min (episodio)
Produzione: Paola Vargas, Roberto Sessa
Regia: Francesco Bruni
Distributore: Netflix
Attori: Federico Cesari (Daniele), Fotinì Peluso (Nina), Ricky Memphis (Pino), Vincenzo Crea (Gianluca), Vincenzo Nemolato (Madonnina), Andrea Pennacchi (Mario)
7 giorni, 7 episodi, una settimana per fare un viaggio dentro sé stessi e imparare a conoscere gli altri. Questo è Tutto chiede salvezza, serie tv prodotta da Picomedia per Netflix e tratta dall’omonimo romanzo di Daniele Mencarelli, vincitore del Premio Strega Giovani 2020.
Nessuno si salva da solo, lo impara a sue spese Daniele, un giovane romano che ha una crisi psicotica dopo una serata in discoteca passata a bere alcolici e ad assumere sostanze stupefacenti. Di ciò che è successo quella sera Daniele non si ricorda nulla, sa solo che si è risvegliato legato a un letto di una clinica psichiatrica e che dovrà affrontare una settimana di TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio). Insieme a lui facciamo la conoscenza dei suoi compagni di stanza: Mario, un anziano dal passato terribile che trova conforto nel prendersi cura di un uccellino che vede solo lui, Giorgio, un oligofrenico afflitto dal lutto della madre accaduto quando lui era ancora un bambino, Alessandro, giovane ragazzo in stato vegetativo permanente, lo schizofrenico Madonnina, e infine Gianluca, omosessuale bipolare dal cuore d’oro costretto a vivere sotto le censure del padre.
Sei ragazzi, ognuno nel proprio spazio di stanza a riflettere sulla propria vita e a sperare in un futuro migliore.
Nell’ala opposta dell’ospedale troviamo Nina, influencer, portata ad avere una crisi di nervi da sua madre e dai suoi followers che pretendono sempre il meglio da lei. Nina per loro non è una persona in carne ed ossa con dei sogni e sentimenti, ma semplicemente un oggetto da modellare a loro piacimento. Non la vedono con gli occhi, ma sempre come se fosse dietro a uno schermo. Adesso lei è come un puzzle scomposto in mille pezzi, ma è proprio con la sua sconnessione che riuscirà a unire i pezzi suoi e di Daniele.
Queste, però, non sono le sole storie raccontate in Tutto chiede salvezza, perché oltre ai pazienti impariamo a conoscere anche i medici e gli infermieri che camminano nei freddi corridoi della clinica, anch’essi con le loro debolezze. Apparentemente cinici, in realtà anche gli operatori sanitari imparano ogni giorno qualcosa dai loro pazienti e hanno a cuore le loro storie.
Piccola curiosità: la struttura psichiatrica nella realtà è l’ospedale militare di Anzio.
"Tutto chiede salvezza" mostra le fragilità della mente umana e affronta il tema della malattia allontanandosi dai classici stereotipi ed eliminando ogni tipo di vittimismo. Un’altra cosa molto importante che la serie fa è normalizzare il sentirsi inadeguati in un mondo che ci chiede di essere sempre nella nostra forma migliore e che non permette momenti di cedimento, quando invece tutti noi abbiamo bisogno di rallentare a volte e, soprattutto, di abbracciare le nostre debolezze e dar loro spazio, senza dimostrare niente a nessuno. Ci sono momenti in cui abbiamo bisogno di cadere e di starcene lì, sdraiati a guardare il cielo, per poterci poi rialzare più forti di prima.
“Possibile che nessuno si accorge che semo come ‘na piuma? Basta ‘no sputo de vento pe’ portacce via. A che serve tutto?”
-Tutto chiede salvezza
La potenza del messaggio arriva anche grazie alla regia di Francesco Bruni, agile nell’inserire scene che fanno sorridere al momento giusto per far si che venga alleggerita l’atmosfera pesante dell’ospedale. Ad aiutarlo nell’impresa hanno avuto senza dubbio un ruolo determinante gli attori estremamente capaci e abili nell’interpretazione, in particolar modo Federico Cesari (Daniele), rivelazione di questi ultimi anni che sta ricoprendo ruoli sempre più importanti.
Personalmente ho amato questa serie dal primo all’ultimo secondo in quanto tutto è perfetto, niente è lasciato al caso e, con la sua delicatezza, è in grado di sciogliere anche i cuori più freddi. Tutti noi guardando la serie ritroveremo parti della nostra personalità in uno dei personaggi perché in fondo siamo tutti uguali, abbiamo tutti delle debolezze che vorremmo eliminare dalla nostra vita, però ciò che conta è imparare a conoscerle e trarne il meglio, trasformarle in nostri punti di forza, capaci di renderci speciali perché sono proprio loro a distinguerci dagli altri e a caratterizzare la nostra unicità. Iniziamo a vestirci delle nostre insicurezze e a sfoggiarle come se fossero il nostro abito migliore, sono loro la nostra essenza, diamogli vita nel migliore dei modi, perché alla fine, come disse Franco Basaglia “visto da vicino, nessuno è normale”.
Aggiungo che bisognerebbe leggere anche il libro. Inevitabilmente alcune cose si sono perdute nella riduzione della serie, che rimane molto bella, comunque.