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Immagine del redattoreRedazione TheMeltinPop

FuoriSerie. “TINY PRETTY THINGS”




di Sara Picasso


Titolo: “Tiny Pretty Things”

Genere: Drammatico, thriller

Paese: Stati Uniti

Anno: 2020

Episodi: 10

Durata: 54-58 minuti (episodio)

Regia: Samir Rehem, Gary Fleder, Gary Harvey, April Mullen

Cast: Casimere Jollette, Brennan Clost, Barton Cowperthwaite, Kylie Jefferson, Michael Hsu Rosen, Daniela Norman, Damon J. Gillespie, Bayardo De Murguia, Tory Trowbridge, Lauren Holly, Anna Maiche, Josh Pyman, Jess Salgueiro, Alex Eling, Karen Robinson, Nicole Huff, Shaun Benson, Luke Humphrey, Araya Mengesha.



“Tiny Pretty Things” è il titolo della serie drammatica proposta dalla piattaforma Netflix e ispirata al romanzo scritto da Sona Charaipotra e Dhonielle Clayton. La serie inizia con un'atmosfera cupa: un'allieva di punta di una scuola di danza d’élite di Chicago, precipita dal quarto piano dell'istituto, finendo in coma all'ospedale. Al posto della ragazza viene chiamata una promettente ballerina Neveah, protagonista della storia, la quale dovrà ambientarsi in questa scuola, tra indagini, amicizie e inganni.


Con il passare degli episodi aumentano sempre di più i sospetti verso alcuni dei ragazzi dell'accademia e degli insegnanti e la serie si trasforma pian piano in un giallo. Un pretesto per affrontare moltissimi temi importanti, come l'omofobia, la violenza di genere e l'uguaglianza sociale. Queste problematiche verranno approfondite attraverso la storia di ragazze che si troveranno a convivere con ingiustizie e discriminazioni per il solo fatto di essere donne. Si parlerà anche di violenza sessuale, della difficoltà di essere omosessuali e delle differenze di opportunità tra ricchi e poveri.


I ballerini, con le loro omissioni e i loro segreti, sono il fulcro della storia. Infatti, con il passare del tempo, ci si rende conto che tutti hanno qualcosa che non vogliono venga scoperto e quindi tutti possono sembrare potenzialmente vittime o carnefici.

Durante le lezioni di danza, sempre più faticose e sempre più competitive, gli allievi mostreranno lati del loro carattere e retroscena sulle loro famiglie che ne faranno comprendere gli atteggiamenti e si sveleranno a poco a poco le motivazioni che potrebbero condurli a compiere atti estremi. Questo è ciò che anche la polizia cerca di capire, in particolar modo Isabel, una tenace e zelante agente che studia il caso. C’è chi è vittima di una società tossica, chi di discriminazioni razziali e ancora chi ha un rapporto difficile con i genitori; tutti, in qualche modo, soffrono, devono superare traumi del passato, trovare un posto nel mondo e quale luogo migliore per farlo della scuola di danza dove le apparenze contano più dei fatti?


La perfezione non esiste e cercare di raggiungerla molte volte porta allo sfinimento, questo è quello che provano i ragazzi e gli insegnanti; le paure sono molte: quella di essere sostituiti, di perdere la parte, di non essere all'altezza di un pezzo o semplicemente di non riuscire a unire tranquillità e svago con la fatica che richiede la danza. Una volta sul palco, i problemi personali devono svanire e lasciare il posto alle maschere che i ragazzi devono riuscire ad indossare durante le loro esibizioni.

Non sono permesse lacrime, sbagli e incertezze. Tutto questo porterà anche a difficoltà nel creare rapporti di fiducia dentro e fuori dall'accademia, che, se non affrontata nel modo giusto, passerà dall'essere il luogo da sogno dei ballerini a diventare il loro incubo.


La tragedia con la quale inizia questa storia dovrebbe essere un incentivo a cambiare le cose, dovrebbe insegnare ad avere una rivalità sana nei confronti degli altri danzatori, far capire che l'unione fa la forza e che aiutarsi gli uni con gli altri potrebbe portare aspetti positivi anche nelle proprie vite. Dovrebbe favorire la nascita di amicizie e - perché no - di amori, che aiuterebbero a creare un ambiente di crescita sportiva ed emotiva tale da fare della scuola un luogo dal quale possano uscire artisti preparati e pronti ad affrontare la vita.


“Non sto aspettando il mio momento, me lo sto prendendo”

La colonna sonora è un aspetto molto importante per questa serie, dato che tratta di danza e la vita di un ballerino è quasi sempre circondata dalla musica, che nel caso di “Tiny Pretty Things” va dalla musica classica, all'indie-pop ma anche brani dance allegri.


Sicuramente questi dieci episodi sono capaci di far provare agli spettatori molte emozioni, dallo spavento alla curiosità, dalla rabbia alla speranza; il finale lascerebbe spazio ad una seconda stagione, che però non sarà realizzata dato che la serie è stata cancellata. Alla luce di questo, alcune cose in effetti si sarebbero potute spiegare meglio con l'aggiunta di nuovi episodi e molti degli importantissimi temi esplorati avrebbero avuto l'opportunità di essere approfonditi. Nel complesso comunque, se siete degli amanti del genere drammatico e soprattutto thriller, questa è una serie che riesce a tenere incollati allo schermo per cercare di scoprire chi sia il colpevole e per provare a creare empatia con i personaggi intorno ai quali si sviluppa la trama. Una storia che non vuol raccontare solo l'ambiente competitivo della danza, ma dalla quale traspaiono anche i problemi reali della nostra società.






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