di Alessia Spinola
Titolo: Prisma
Genere: dramma adolescenziale
Episodi: 8
Stagioni: 1
Durata: 40-50 min (episodio)
Produzione: Cross Productions
Regia: Ludovico Bessegato
Distributore: Amazon Prime Video
Attori: Mattia Carrano (Andrea e Marco), Lorenzo Zurzolo (Daniele), Chiara Bordi (Carola), Caterina Forza (Nina), Elena Fveglio Capodanno (Micol), Matteo Scattaretico (Ilo)
Prisma è la nuova serie italiana uscita su Prime Video il 21 settembre, scritta e diretta da Ludovico Bessegato, già conosciuto al pubblico per la realizzazione della famosissima serie Skam Italia.
Proprio come in Skam Italia, a essere protagonisti sono i ragazzi e lo loro sfide quotidiane.
La storia inizia con il racconto delle vite dei gemelli Andrea e Marco, entrambi interpretati dal talentuoso Mattia Carrano, e della loro cerchia di amici del quartiere di Latina.
Andrea e Marco sono uguali nell’aspetto ma non nel carattere: il primo si mostra al mondo e ai suoi amici come una persona sicura di sé ma, in realtà, ha dentro una grande confusione ed è alla ricerca della sua identità, mentre il secondo è apparentemente timido e impacciato, ma dimostrerà di essere una persona molto determinata.
Intorno a loro ci sono le storie di Carola, che si presenta come la classica reginetta della scuola ma che nasconde grandi sofferenze; Nina, battagliera per i suoi diritti; e Daniele (interpretato da Lorenzo Zurzolo, famoso per aver recitato anche in Baby), che vuole mostrarsi a tutti come un duro, nonostante sia un ragazzo dotato di un animo estremamente sensibile.
Il loro gruppo rappresenta la Generazione Z, una generazione che non accetta di essere etichettata e che si fa strada andando oltre i limiti imposti dalle generazioni precedenti.
Le storie che vediamo raccontate in Prisma non sono storie complesse o caratterizzate da personaggi costruiti e afflitti da chissà quali demoni, sono, al contrario, storie semplicissime, che si limitano a raccontare la realtà, ed è proprio questa la carta vincente, quella che tiene lo spettatore incollato allo schermo: non è una trama super articolata ad attirare il pubblico, ma l’imperfezione delle semplici vicende quotidiane.
Proprio perché è la realtà ad essere raccontata, non mancano i momenti morti e i silenzi, ma non sono buchi di trama, sono, invece, scelte registiche improntate a mostrare la routine che caratterizza la vita di tutti noi.
Il prisma riconduce all’arcobaleno, e quindi al mondo LGBTQ+. Non a caso, tutta la serie ruota attorno al concetto di fluidità, la quale viene mostrata con le sue numerose sfaccettature non solo nell’identità dei ragazzi, ma anche nelle loro relazioni.
Siamo soliti a pensare a un mondo diviso in due orientamenti sessuali, etero o gay, senza però renderci conto che nel mezzo esistono un’infinità di altre realtà, di persone che non si riconoscono in nessun genere o che, più semplicemente, non vogliono essere classificate come membri di una categoria specifica.
In Prisma si ha quindi un’apertura a infinite possibilità, a strade non convenzionali o prestabilite.
Chiunque abbia visto Skam Italia riconoscerà sicuramente la regia di Ludovico Bessegato, il quale, infatti, afferma in un’intervista: “Non nascondo che la paura è tanta, paura del confronto”. Personalmente credo che, seppur con alcuni punti in comune, le due serie siamo totalmente diverse l’una dall’altra, sia per le tematiche trattate che per le caratteristiche dei personaggi.
Io sono una grande sostenitrice di questo regista per le storie che racconta e il modo in cui lo fa, e gli auguro veramente di poter essere apprezzato anche all’estero perché le sue produzioni fanno bene alla qualità della serialità italiana.
Concludo quindi consigliando a tutti la visione di Prisma perché la trovo una serie dotata di una grande umanità che dà voce a persone che prima non erano mai state ascoltate e credo che, oggi più che mai, sia fondamentale portare sullo schermo anche la parte sola e incompresa del mondo.
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