di Alessia Spinola
Titolo: Mare fuori
Genere: dramma adolescenziale
Anno: 2020
Episodi: 12 a stagione
Durata: 1 ora (episodio)
Produttori: Roberto Sessa, Alessandro Carbone, Paola Pannicelli
Regia: Carmine Elia (1ª stagione), Milena Cocozza e Ivan Silvestrini (2ª stagione)
Distributore: Netflix
Attori: Nicolas Maupas (Filippo), Massimiliano Caiazzo (Carmine), Giacomo Giorgio (Ciro), Carolina Crescentini (Paola), Carmine Recano (Massimo), Valentina Romani (Naditza), Matteo Paolillo (Edoardo)
Dal 10 giugno 2022 è sbarcata su Netflix “Mare Fuori”, serie televisiva italiana del 2020 ideata da Cristina Farina e firmata Rai Fiction.
Inizialmente, appena messa in onda, la serie ha subito delle critiche in quanto considerata una rivisitazione di Gomorra, ma le tematiche trattate sono ben diverse, e così anche i modi in cui queste vengono raccontate.
La buona notizia, per chi già conosce la serie e l'ha apprezzata, è che ad agosto cominceranno le riprese della terza stagione.
Mare Fuori parla delle storie dei ragazzi all’interno dell’Istituto di Pena Minorile (IPM) di Napoli, un carcere dalle cui sbarre si può vedere il mare, quello che dà il titolo alla serie ed è simbolo di speranza e riscatto.
La serie inizia con l’arrivo in carcere di Filippo Ferrari e Carmine Di Salvo, due persone dalle vite e caratteri opposti ma che stringeranno un forte legame di amicizia. Filippo è un aspirante pianista proveniente dalla “Milano bene” che si ritrova catapultato in una realtà che non gli appartiene, mentre Carmine proviene da un’importante famiglia camorrista da cui cerca con tutte le forze di staccarsi. Carmine, nonostante sia diverso dalla sua famiglia, conosce bene le regole del gioco e sarà dunque un punto di riferimento per Filippo.
All’interno del carcere i due si ritroveranno a scontrarsi con Ciro Ricci e il suo gruppo formato da: “Pinù” (Artem Tkachuk), “Cardiotrap” (Domenico Cuomo), Edoardo, “Totò” (Antonio Orefice), “Pirucchio” (Nicolò Galassio) e Milos (Antonio D’Aquino).
Un ruolo fondamentale all’interno della serie è ricoperto dalla direttrice dell’istituto Paola Vinci e il comandante Massimiliano Esposito, i quali, anche grazie all’aiuto dell’educatore Beppe, cercano di rieducare e reinserire i ragazzi all’interno della società, nonostante spesso l’IPM si riveli un covo di violenza.
Le storie di questi ragazzi vengono raccontate attraverso flashback, anche risalenti a poche ore prima dell’arresto, e puntano molto su un approfondimento psicologico che aiuta lo spettatore a comprendere le motivazioni per cui hanno commesso certi crimini.
Lo scopo non è quello di giustificarli, ma mettere alla luce una generazione perduta, condannata dal contesto culturale in cui vive. Dentro quel carcere non ci sono solo delinquenti, ma ragazzi cresciuti troppo in fretta e caricati da una rabbia spropositata dietro cui nascondono le loro fragilità, le loro paure e persino la loro umanità: sono persone che, per casualità o per scelta, hanno commesso uno sbaglio che li segnerà per tutta la vita. Qui non ci sono buoni o cattivi, ci sono solo esseri umani accomunati da un destino ingiusto.
Tutto ciò costituisce un quadro emozionante che fa commuovere e che rende impossibile non entrare in empatia con i personaggi, anche con quelli all’apparenza più cattivi.
“È successo per colpa mia, e l’unica cosa che volevo era punirmi, […] però poi c’è la vita che ti riprende, e l’unica cosa che puoi fare è non impedirglielo”
- Paola, 2x04
Ovviamente non mancano le storie d’amore.
In Mare Fuori sono diversi gli intrecci amorosi, ma quello che risalta maggiormente è senza dubbio quello tra Filippo e Naditza, una ragazza rom che sceglie volontariamente di andare in carcere per scappare dalla sua famiglia che la vuole destinare a una vita che lei non ha scelto.
I due sono il giorno e la notte, ma nonostante le loro diversità riescono a creare un’alba destinata a non tramontare mai.
A incorniciare il tutto è la colonna sonora composta dalle musiche di Stefano Lentini, che sono curate nei minimi dettagli. Le tracce strumentali eseguite al pianoforte, infatti, rappresentano il legame che nasce in carcere tra Filippo e Naditza, le canzoni rap che ascoltano i ragazzi nella serie sono state scritte da Lentini con il cantante napoletano Raiz, mentre le composizioni orchestrali sono state eseguite dall'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai di Torino.
Una piccola curiosità, che forse non tutti sanno, è che la canzone «’O mar for» che apre ogni episodio della serie è cantata da Matteo Paolillo, in arte Icaro, l’attore che interpreta Edoardo.
“Nun te preoccupa guaglio, c sta o mar for Aret e sbarr, sott o ciel, c sta o mar for”
- ‘O mar for, Stefano Lentini
Concludo, dunque, consigliando caldamente a tutti la visione di questa bellissima serie, un prodotto veramente valido, studiato in ogni particolare e, cosa più importante, capace di coinvolgere lo spettatore sin dalla prima puntata.
I ragazzi portati sullo schermo sono attori per la maggior parte sconosciuti ma dotati di un incredibile talento, credibilità e carisma difficili da trovare oggigiorno.
Personalmente mi sono ritrovata a pensare a tutte quelle storie anche dopo aver finito di vedere la serie, perché vengono raccontate con una grande umanità, perciò fidatevi quando vi dico che non ve la toglierete più dalla testa.
Commentaires