di Alessia Spinola
Titolo: La vita bugiarda degli adulti
Genere: Racconto di formazione
Anno: 2023
Episodi: 6
Durata: 50 min (episodio)
Produttori: Netflix, Fandango
Regia: Edoardo de Angelis
Distributore: Netflix
Attori: Giordana Marengo (Giovanna), Valeria Godino (Vittoria), Alessandro Preziosi (Andrea), Pina Turco (Nella), Giovanni Buselli (Roberto)
Il 2023 è iniziato alla grande con l’uscita su Netflix di una nuova serie tutta italiana, La vita bugiarda degli adulti, adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Elena Ferrante edito da Edizioni E/O, il più recente. Dopo il successo mondiale de L’amica geniale, Elena Ferrante ci riprova e al suo fianco abbiamo un cast composto da star come Valeria Golino e Alessandro Preziosi accompagnati dall’esordiente Giordana Marengo, mentre per la regia ritroviamo Edoardo de Angelis.
Contrasti è la parola d’ordine di questa serie.
La vita bugiarda degli adulti è un racconto di formazione che narra la storia di Giovanna, giovane adolescente alla ricerca di sé stessa in una Napoli spaccata a metà degli anni ’90, la quale si scontra con la parte “alta” della città (il Vomero) e quella “bassa” (il Pascone), con l’infanzia e l’età adulta, e con la sottile linea che divide la verità dalle bugie, quelle che tutti dicono.
Giovanna vive in una famiglia borghese composta dai suoi genitori Nella e Andrea e sembra vivere una vita apparentemente tranquilla, ma tutto cambia quando una sera sente suo padre dire a sua madre che “sta facendo la faccia di Vittoria”, la pecora nera della famiglia, la zia dimenticata da tutti. Da quel momento Giovanna è alla ricerca della verità e va nella periferia a conoscere la sorella abbandonata dal padre. Si ritrova davanti a una donna sfacciata, dal carattere estremamente forte, esuberante e senza peli sulla lingua, ma con un gran cuore e un gran senso di protezione verso le persone a cui tiene. Vittoria diventerà per Giovanna una guida che la aiuterà nel tortuoso percorso verso l’età adulta e i lati della vita verso i quali i suoi genitori non sono mai stati chiari, come il sesso e l’amore.
Come nella gran parte delle serie ambientate a Napoli, lo scopo è anche quello di mostrare una faccia nascosta della città, lontana da quella delle cartoline turistiche. Da un lato abbiamo l’idilliaca Posillipo, e dall’altro la trascurata Poggioreale. Il contrasto è forte, ma rappresentato in maniera veritiera.
«E’ così facile, pensai, morire proprio nella vita delle persone
senza le quali non possiamo vivere?»
- Giovanna
Prima di guardare la serie ho letto il romanzo perché ero molto incuriosita dalla storia e sono davvero contenta di averlo fatto. Dico così perché sono sicura che se avessi guardato solo la serie senza aver letto il libro, mi sarei persa una grande storia e l’avrei giudicata come noiosa, quando invece non è così. L’adattamento cinematografico è fedele in quasi tutte le scene, soprattutto nei dialoghi e nelle riflessioni della protagonista e questo è il risultato del fatto che è stata la stessa Elena Ferrante a curare la sceneggiatura della serie, ma non ha nemmeno lontanamente la forza e la potenza che invece si ritrova nella narrazione del libro. Giovanna è una ragazza con una grande lotta interiore, in un costante equilibrio precario tra ciò che è giusto o sbagliato e che si ferisce numerose volte nello scoprire le bugie che la vita adulta nasconde, ma questo elemento è, secondo me, venuto a mancare nella serie, non gli è stato dato il giusto risalto, ed è davvero un peccato perché sarebbe stata proprio la carta vincente. Azzeccato in pieno, invece, il personaggio di zia Vittoria, interpretato da una bravissima Valeria Golino.
Ciò che, al contrario, mi è piaciuto davvero tanto, sia nella serie che nel libro, sono i dibattiti tra Giovanna e Roberto, intellettuale che predica nella parrocchia del Pascone.
Ho trovato questi dialoghi brillanti, pieni di enfasi, e sono davvero contenta che l’ardore che ho trovato nelle pagine sia stato riprodotto sul piccolo schermo.
Concludo quindi questa recensione consigliando la visione della serie e valutandola comunque positivamente, ma con il personale suggerimento di integrarla con la lettura del romanzo perché è una storia che merita di essere conosciuta e apprezzata nella sua complessità.
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