DIZIONARIO DEL LUNEDÌ
scelta s.f.1. Azione dello scegliere; preferenza data tra più cose o persone a quella giudicata migliore; 2. Atto consapevole per cui fra tante possibilità si decide di seguirne una determinata
La domanda che ci perseguita ogni giorno è: avrò fatto la scelta giusta?
La vera dannazione dell'essere umano, fin dalla notte dei tempi, quando non era che un peloso primate ambizioso, è sempre stata quella di azzeccare la strada giusta. E dopo migliaia di anni di evoluzione, continuiamo a portarcela dietro.
Scegliere è la vera, unica sfida di tutti i giorni: se cappuccino o caffè, quale coda sarà più veloce alla cassa del supermercato o al casello dell'autostrada, se portare o no l'ombrello, se il nero che sfina o il rosso che esalta, se scaricare Just Eat o fare l'abbonamento in palestra, la minigonna o i pantaloni, giacca e cravatta o casual che ringiovanisce.
Insomma, fare una buona o una cattiva scelta può definirsi il senso del nostro vivere. Peccato che a volte le scelte non si facciano, ma si subiscano. La scelta non è tale se è obbligata, deve presupporre libertà e consapevolezza per potersi fregiare di quel nome. Quante volte ci siamo detti, non avevo altra scelta. Ma sarà stato davvero così?
In fondo la pluralità delle opzioni è insita nella parola stessa. Se c'è solo una strada tracciata, non è scegliere ma proseguire. Ex-legere ci dice che dobbiamo eleggere da un gruppo e che la nostra mossa predilige una via ed esclude le altre. Una fra molte. E tutti vorremmo la prima scelta.
Scegliere non è mai mettere la mano nel sacchetto della tombola e tirare fuori un numero, questa è casualità, cieca e imprevedibile. La scelta presuppone assumersi una responsabilità e accoglierne le conseguenze. È sapere che il cammino svolta. Per te e per gli altri.
A volte è ragionamento, altre istinto, in ogni caso è sempre sacrificio. Scelta è una strana parola, che contiene il pieno e il vuoto insieme. Qualcosa viene con te e qualcosa dovrai lasciare. La libertà e la rinuncia che si congiungono.
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