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Immagine del redattoreRedazione TheMeltinPop

DIZIONARIO DEL LUNEDÌ: daccapo



DIZIONARIO DEL LUNEDÌ


daccapo (o da capo) avv. – 1. Di nuovo, da principio, per indicare che nello scrivere, nel comporre a stampa, ecc., s’incomincia una riga nuova

Tutti pronti per ricominciare daccapo? E oggi vale due: iniziamo una nuova settimana e un anno nuovo di zecca.


La sensazione è quella del dettato, quando la maestra ci diceva "punto e a capo". Il punto era la pausa, l'attimo in cui potevi sciogliere la mano rattrappita nello sforzo sulla penna, il momento per riprendere fiato prima di ributtarti nello sforzo di capire e riprodurre. E quell'a capo ti regalava qualcosa in più: potevi permetterti di alzare lo sguardo, riscoprire ciò che nella concentrazione avevi perso, le persone attorno a te, la realtà al di là della finestra. Il mondo oltre il tuo foglio bianco.


Ricominciare. La nostra sensazione stamattina è sicuramente "eccoci di nuovo qui, daccapo". Per alcuni può essere in fondo piacevole riagguantare un po' di normalità dopo il girotondo delle feste natalizie; per altri magari il ritorno alle mansioni quotidiane può recare con sé un sapore di noia, di déjà-vu rimasticato e ostile.


Daccapo però non sempre è un ripetersi. Non per forza deve essere il seguito di uno sforzo passivo, di qualcosa che ci viene assegnato senza possibilità di dettarne noi la rotta. Daccapo può essere anche l'inizio di una storia tutta nostra.


Dopo il punto si lascia uno spazio, si va una riga sotto, dove tutto è bianco, intonso e dove la narrazione può cambiare ritmo, luogo, personaggi e situazioni. E anche se la storia può sembrare la stessa, potremmo lasciarle dentro qualcosa di noi: un gesto, una nuova abitudine, uno sguardo diverso, un'idea.


Daccapo non è un cerchio che si chiude su sé stesso, l'anello identico di una catena, può aprirsi in una nuova strada o in un modo diverso di percorrere quella usuale. E non deve necessariamente portare con sé una rivoluzione copernicana, basta cominciare con qualcosa di piccolo.


Scendere dall'autobus una fermata prima e percorrere pochi metri a piedi, osservando con occhi avidi ciò che ci circonda, prendendoci un buongiorno e un sorriso da chi ci incontra, ritagliandoci un pezzo di cielo da portare con noi al lavoro.


Assaggiando un nuovo gusto di tè, prendendo un panino diverso per pranzo, concedendoci un minuto per assaporare ad occhi chiusi un pezzo di cioccolata. Vestendo di un nuovo colore, leggendo un genere che non abbiamo mai letto, ascoltando una musica che non abbiamo mai ascoltato. Sorprendendoci.


Scrivendo su un pezzo di carta quello che vorremmo per domani - ecco, magari non una Porsche, la vacanza alle Maldive o il diamante Koh-i-Noor, traguardi un tantino irraggiungibili - e cercare di accontentare i nostri desideri e soprattutto di scoprirli. Per fare in modo che l'opportunità di ricominciare daccapo non vada sprecata perché siamo impreparati su quello che davvero vogliamo. Perché ricominciare non sia una perdita ma un guadagno.

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