top of page
Immagine del redattoreRedazione TheMeltinPop

DIZIONARIO DEL LUNEDI: grado



grado

 

[grà-do] s.m.
1 Ciascuna delle posizioni che intercorrono tra un estremo e l'altro, tra un livello inferiore e uno superiore
2 Posizione occupata in una gerarchia sociale, civile, militare


A quanti gradi Celsius siamo stamattina? Altro che arrivare all’autunno per gradi! La fine dell’estate ci ha portato direttamente dal costume al cappotto. Siamo passati dall’essere stesi sotto a un sole da ustione di terzo grado, rosolati fino al giusto grado di cottura, ad avere già un principio di muffa che ci minaccia le scarpe.


Agire su un tempo meteorologico ormai completamente ostaggio della crisi climatica, non è cosa che si possa fare dall’oggi al domani ma richiede tempo e un impegnativo andar per gradi: ci vuole un progetto mirato ad abbassare emissioni incontrollate, disboscamenti selvaggi, consumi alimentari eccessivamente dipendenti dagli allevamenti. Il problema è che noi tutto questo tempo non lo abbiamo e l’ambiente che ci circonda sembra sempre più vicino al grado massimo di saturazione. Raggiunto il quale, rischiamo di andare incontro agli stessi danni provocati da un terremoto al 9° grado della scala Richter.


Che fare, dunque? Decretare di buon grado che, non solo sono finite le mezze stagioni, ma nemmeno se ne vedono più di intere e, malgrado tutti gli avvertimenti e i campanelli d’allarme, aprire l’ombrello e far finta di niente?


Il nocciolo della questione è che, nonostante ci si vanti – noi uomini del terzo millennio – di aver raggiunto un grado di civiltà e un grado di istruzione elevati, sotto molti – e non insignificanti - aspetti restiamo ancora al primo grado dell’evoluzione. Sporchiamo, ci scanniamo, rivendichiamo terra e supremazia come se ancora fossimo al grado zero della nostra esistenza. Continuiamo a non capire nulla di noi stessi e del mondo in cui viviamo; del profondo e innegabile grado di parentela che ci lega tutti, uno per uno; del fatto che sgomitare per cercare di raggiungere il più alto grado della scala sociale ci rende solo più fragili e ci mette in pericolo tutti; della necessità di assumerci le nostre responsabilità, che si sia al massimo grado nella scala del comando o semplici cittadini.


Che il nostro grado di libertà dipenda solo e soltanto da quello di ogni altro essere vivente intorno a noi, è una lezione che non vogliamo apprendere e che andrebbe invece resa obbligatoria in ogni scuola di genere e grado. Forse potremmo partire dallo slegare il concetto di merito all’avanzare di grado nella società e cominciare a legarlo al grado di rispetto che siamo in grado di manifestare agli altri. Alle loro necessità, ai loro bisogni imprescindibili, alla loro libertà, che deve sempre essere considerata con lo stesso grado di giudizio della nostra e non in base a ciò che possiedono o da quale grado di longitudine e latitudine provengono. Perché mai funzionerà l'ipocrisia di un mondo dove si predica che “tutti gli uomini sono liberi, ma alcuni uomini sono più liberi degli altri.”

0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Comments


bottom of page