Quando sperare di uscire a riveder le stelle torna di moda
"Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita."
(Inferno, Canto I)
“Lasciate ogni speranza, o voi ch'entrate.”
(Inferno, Canto III)
“Non ragioniam di lor,
ma guarda e passa.”
(Inferno, Canto III)
"Galeotto fu 'l libro e chi lo scrisse"
(Inferno, Canto V)
"fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza”
(Inferno, Canto XXVI)
La Divina Commedia potrà anche non piacerci, averci annoiato a morte sui banchi di scuola, averla forse anche odiata costretti ad impararne a memoria le terzine, ma scagli la prima pietra chi, almeno una volta nella vita, non ne ha citato un verso. Perchè Dante è davvero l'uomo giusto per tutte le stagioni. Non esiste situazione nella vita per la quale Dante non ci fornisca una bella terzina a cui attingere. A dispetto di filologi, storici, linguisti, la Divina Commedia è in fondo l'opera più pop che ci sia. Ed è per questo che anche noi oggi vogliamo festeggiarne l'autore nel giorno che a lui è stato dedicato.
Nel 2020 il Consiglio dei Ministri ha istituito il 25 marzo come la data in cui celebrare la più conosciuta e famosa figura di poeta e letterato che la letteratura italiana ci abbia dato, Durante degli Alighieri, detto familiarmente Dante. Ma perchè scegliere proprio il 25 marzo? La scelta non è affatto casuale. In questa data infatti i dantisti riconoscono l'inizio del viaggio nell'aldilà attraverso Inferno, Purgatorio e Paradiso che il nostro Dante ci racconta di aver compiuto in compagnia di Virgilio prima e di Beatrice poi. E quest'anno questa ricorrenza è ancora più significativa poichè proprio nel 2021 sono settecento gli anni trascorsi dalla morte del Sommo Poeta.
Dante come reagirebbe a tutto ciò? Inutile dire che ne sarebbe molto lusingato. Non dimentichiamo infatti che l'uomo che indichiamo come il padre della lingua italiana ha messo su una commedia per la quale ha riservato per sé non solo il ruolo di sceneggiatore e regista, ma anche di principale interprete. Che dire? Un vero genio, che, intanto che dava forma e dignità al nostro idioma, costruiva un impianto architettonico perfetto attingendo da miti, pensieri filosofici e scientifici, narrava della cronaca dei suoi tempi, rendeva immortali figure di poeti, scrittori, pensatori, eroi, nello stesso tempo ne approfittava per togliersi ben più di un sassolino dalla scarpa contro avversari politici, vicini molesti e detrattori. Infliggendo loro l'imperitura, letteraria vendetta.
Nella sua commedia il nostro Dante mette tutto: Paolo e Francesca, gli amanti sfortunati beccati sul fatto (e chi non parteggia per loro?); il buon Ciacco, classico godereccio che si imbuca a tutte le feste saccheggiando il buffet; l'amico poeta Cavalcanti, con il quale ha tenuto alto il nome del Dolce Stil Novo, ma che in fondo, per le buone leggi della concorrenza, piazza all'inferno; il musico Casella, che appena giunto in Purgatorio, invece di guardarsi un po' in giro per capire che aria tira, pensa di fargli una bella serenata; l'eterna fidanzata Beatrice, per intenderci, quella bella che alla festa avevi guardato per tre ore sperando che ti notasse e che nel momento in cui si era voltata era mancata la luce e l'amore era rimasto così per sempre"angelicato". Insomma, il fascino, la grandezza eterna e il potere di Dante non stanno solo nell'aver scritto versi "divini", ma anche straordinariamente umani.
È così che l'opera e la fama di Dante hanno passato indenni sette secoli, senza dare cenni di stanchezza o di vecchiaia. La Divina Commedia è sempre stata moderna, in ogni tempo, sempre capace di rigenerarsi, di trovare nuove vie, nuove forme. Nel teatro, nel cinema, nell'opera lirica, nel fumetto, addirittura nel mondo dei videogiochi. Molti attori ne hanno subito il fascino, proponendone letture che sono rimaste storiche (Carmelo Bene, Vittorio Sermonti, Roberto Benigni). Nella Commedia c'è tutto, la poesia, la tragedia, l'horror, lo splatter, l'avventura, il brivido, il coup de théâtre. Questa è la forza di Dante. Una forza ineguagliabile e inestinguibile se ancora oggi, torturati da questa pandemia che non vuol finire come una pena degna dell'Inferno, ci ritroviamo ancora a sperare di dire
"E quindi uscimmo a riveder le stelle."
Comments