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Immagine del redattoreRedazione TheMeltinPop

BJORN LARSSON

GENOVA BOOKPOP FESTIVAL:

3 domande sul Divenire



In un'attualità di profondi cambiamenti e di rapida trasformazione, Genova BookPop Festival - che si terrà nel capoluogo ligure dal 24 al 27 ottobre - si apre quest'anno al Divenire e si propone di indagarne le forme, i dubbi e i dissidi che porta con sé, le reazioni che provoca. Ma anche le scoperte, le opportunità, i nuovi orizzonti. Una pluralità di sguardi per trovare un percorso comune verso obiettivi comuni.


Per prepararci ad accogliere gli ospiti che per quattro giorni ci condurranno attraverso questo tema, Themeltinpop ha posto loro tre domande sul Divenire.



 

Björn Larsson, scrittore, docente di letteratura e linguistica francese all’Università di Lund, è ritenuto uno dei più originali autori svedesi contemporanei, oltreché un grande viaggiatore, appassionato di mare e di navigazione. Attualmente vive tra Helsingborg, in Svezia e una piccola città nella periferia di Milano.

La consacrazione internazionale avviene nel 1992 con il romanzo Den Keltiska Ringen (Il cerchio celtico, 2000), a cui fanno seguito La vera storia del pirata Long John Silver, Il porto dei sogni incrociati, L'occhio del male, La saggezza del mare, Il segreto di Inga, Bisogno di libertà, I poeti morti non scrivono gialli, Otto personaggi in cerca (con autore), L'ultima avventura del pirata Long John Silver, Diario di bordo di uno scrittore, Raccontare il mare, La lettera di Gertrud e Nel nome del figlio (tutti tradotti e pubblicati in Italia da Iperborea).

Nel 2024 esce per Raffaello Cortina, Essere o non essere umani. Ripensare l'uomo tra scienza e altri saperi.

Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il Premio Grinzane Biamonti, il Premio Elsa Morante, il Premio internazionale cultura del mare, il Premio Boccaccio Europa e il prestigioso Prix Médicis in Francia.



Nel suo “Essere o non essere umani” ci mostra come l'essere umano si sia evoluto grazie alla capacità di rappresentazione simbolica. Secondo lei, la nostra capacità di creare simboli e significati continua ancora oggi a guidare il nostro percorso evolutivo? E se sì, in che modo?


Non è che la scoperta della rappresentazione simbolica arbitraria in sé può ”guidare” il nostro percorso evolutivo. Invece, ci ha dato la capacità - potenziale e precaria - di immaginare possibilità di vita che vanno al di là del semplice fatto di esistere e sopravvivere come altri animali. Ci ha dato un margine di scelta, dunque una certa libertà, a decidere come andare avanti. La nostra capacità – potenziale e precaria – di creare simboli e significati è un presupposto per rimanere umani, però non è garantita dai geni o dell’evoluzione nel senso biologico. Prima di diventare homo sapiens, i nostri antenati sono sopravvissuti per milioni di anni senza linguaggio, senza creatività, senza scienza, senza coscienza, senza conoscenze, senza religione. Se non attribuiamo un valore di base alla nostra specificità in quanto esseri umani umani, rischiamo di tornare indietro ad un stadio pre-umano, cancellando in certo senso il nostro divenire.   


In un mondo in continua evoluzione, come percepiamo il concetto di divenire? È una costante inevitabile o una sfida da affrontare? In che modo il divenire influenza la nostra identità, le nostre relazioni e la nostra visione del futuro?


Anche lì, bisogna sottolineare che il nostro futuro quali essere umani umani non è garantito o assicurato. Il futuro è immaginato, contrariamente al passato e al presente. È per questo, penso, che tanti hanno difficoltà a prendere in considerazione e sul serio le possibilità del futuro. Viviamo in generale come se domani fosse come oggi, si costruiscono case sul Vesuvio, si parla di un ponte per Sicilia anche se ”si sa” che è una terra terremotata, si nega il cambiamento climatico anche se tutte le prove dimostrano la sua realtà. Ci sarebbe bisogno, penso, di insegnare alla scuola il buon uso dell’immaginazione per fare capire soprattutto ai giovani che non è perché qualcosa sia immaginato che non possa succedere. In altre parole, il nostro divenire dipende dalle nostre scelte oggi fra le possibilità immaginate.

 

Nel percorso personale, la scelta tra lasciare e trattenere è una decisione inevitabile ma a volte profondamente combattuta. Nella storia del suo divenire come individuo, in che misura riesce a lasciare andare e in che misura finisce per trattenere?


Personalmente, sono sempre stato orientato più verso il futuro che verso il passato. Non mi interessa tanto sapere perché sono diventato come sono, ma molto di più che persona potrò diventare, che vite potrò vivere, che libri potrò scrivere. Un giorno mia figlia mi ha detto che a volte pensa tanto alle sue possibilità e progetti nel futuro che non riesce a godere il presente. Ha preso del papà (anche se il problema non si pone quasi più adesso che lei ha tre figli)! Però è anche vero che oggi, a settant’anni, il mio futuro si è raccorciato. Non ne mi lamento comunque; fa parte della vita di ognuno. 


 

L'appuntamento di Genova BookPop Festival 2024 con Bjorn Larsson sarà venerdì 25 ottobre alle ore 17.30 ai Giardini Luzzati - Spazio Comune di Genova.



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