Berthe Morisot. La donna che voleva catturare l'effimero
- Redazione TheMeltinPop
- 18 feb
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L'intimità tra la luce e le forme, il desiderio di coglierla nell'istante, di afferrarne la dolcezza e l'evanescenza.
Un mondo femminile che si prende la scena, ritratto senza condiscendenza estetica ma con l'intento di catturarne la complessità attraverso la risposta alla luce dei gesti quotidiani.
Il bianco, colore non-colore, che tutto contiene e tutto esalta.
Una personalità determinata a fare dell'arte il suo linguaggio espressivo.
Questo - e molto di più - è ciò che ci ha colpito visitando la mostra "Impression, Morisot", interamente dedicata da Palazzo Ducale di Genova (e diciamo, finalmente) all'esperienza impressionista di Berthe Morisot.
Aperta al pubblico dal 12 ottobre 2024 e visitabile fino al 23 febbraio 2025, vuole essere un tributo a una delle più grandi protagoniste dell’Impressionismo e all’unica donna a esporre nella storica mostra del 1874, inizio di questa rivoluzione artistica. La mostra è curata da Marianne Mathieu, tra i massimi studiosi ed esperti del movimento impressionista e dell'opera di Morisot, di cui ci permette la scoperta attraverso 86 opere inedite, dipinti, schizzi, acqueforti, acquerelli, pastelli, documenti fotografici e d’archivio.

Un percorso che segue l'evoluzione della sua pittura, dall'adolescenza, con le prime prove pittoriche, alla maturità, sottolineandone i passaggi, le influenze, l'utilizzo del colore, l'esperienza del fulgore della luce e della natura del Mediterraneo.
Berthe Morisot, una donna della grande borghesia che ha fatto della sua arte una missione di vita, sfidando le convenzioni del suo tempo. Nonostante la sua famiglia fosse ben inserita nella società parigina, Berthe si è distinta come una delle figure più audaci e anticonformiste della pittura, determinata a vivere per e attraverso l’arte. Era una persona indipendente, descritta come introversa e un po’ solitaria, ma sempre ostinata e completamente fedele alla sua passione. Nel XIX secolo, una donna della borghesia francese non aveva certo molte chance di diventare pittrice professionista, ma Berthe, con una caparbietà tutta sua, riuscì a farsi strada tra le file dell’avanguardia.
La vita di Berthe Morisot: passione e determinazione
Nata nel 1841 a Bourges, in una famiglia che sicuramente non si aspettava di vederla dipingere, Berthe e sua sorella Edme furono però incoraggiate dalla madre a coltivare l’arte. In effetti, la madre, pur avendo ricevuto una formazione piuttosto scarsa, si fece in quattro per garantire che le sue figlie avessero un’educazione artistica adeguata. Joseph Guichard, uno dei maestri che le seguì e che le introdusse alle copie dei capolavori conservati al Louvre, scrisse delle due sorelle alla madre:
“Con una natura come quella delle vostre figlie, il mio insegnamento non darà loro solo un po' di talento per il divertimento, ma diventeranno pittrici. Vi rendete conto di cosa significa? Nel vostro ambiente alto-borghese sarà una rivoluzione, direi quasi una catastrofe. Siete sicura che un giorno non maledirete mai l'arte che, una volta entrata in questa casa rispettabile e tranquilla, diventerà l'unica padrona del destino delle vostre due figlie?"

Eravamo pur sempre alla metà dell'800 e le ragazze non potevano certo permettersi di frequentare lezioni di disegno anatomico con modelli nudi, come invece potevano fare gli uomini aspiranti pittori, e, di conseguenza, di poter accedere alla pittura delle grandi composizioni storiche e religiose, che aprivano all'attenzione della critica e dei committenti. Inoltre, a premere, c'era sempre la questione del matrimonio, che si dava per scontato avrebbero messo al di sopra della carriera. Edma capitolò e si sposò, abbandonando la pittura, ma Berthe non si lasciò scoraggiare.
1874: rivoluzione e resistenza i verbi di Berthe
Nel 1864, Berthe presentò i suoi primi lavori al Salon di Parigi, e nel 1865, le sue tele si trovarono fianco a fianco con l'allora scandalosa “Olympia” di Manet. Fu proprio in quegli anni infatti che Berthe incontrò Manet, con il quale condivise una forte affinità artistica e personale. Sebbene si sia insinuato, senza alcuna certezza, di una relazione amorosa tra i due, il loro fu sicuramente un legame d'amicizia e di collaborazione arricchente per entrambi, sia dal punto di vista professionale che umano.
“Non credo ci sia mai stato un uomo che abbia trattato una donna alla pari, e questo è tutto ciò che avrei chiesto, perché conosco il mio valore”.
Il movimento impressionista fu l’occasione per Berthe di rompere con le tradizioni accademiche, divenendo una delle sue voci più originali e coerenti. Nel 1874, insieme ad altri artisti come Monet, Pissarro e Degas, partecipò alla leggendaria mostra degli Impressionisti, segnando l’inizio della sua affermazione nel panorama artistico. Nel frattempo la famiglia non desisteva dall'intento di farla sposare, ma Berthe non cedeva, convinta di voler dedicare la sua esistenza interamente alla pittura.

Signora Manet? No, signora Morisot
Solo nel 1874, dopo la morte del padre, Berthe sposò Eugène Manet, il fratello di Edouard, da cui ebbe l'unica figlia Julie. Nonostante la vita familiare, Berthe continuò a dipingere, immergendosi nel mondo dell’impressionismo e affermandosi come una delle poche donne a partecipare attivamente a tutte le mostre del movimento. Il marito Eugène la incoraggiava, promuovendo il suo lavoro senza fare una piega quando Berthe firmava le sue opere con il suo nome da ragazza, cosa affatto scontata per l'epoca. In quegli anni, Eugène, la figlia Julie, la sorella Edme, le cugine Jeannie e Paule Gobillard, furono i suoi soggetti prediletti. Soggetti che riprendeva in pose quotidiane - il gioco, la lettura, le passeggiate all'aria aperta, la toeletta - e che le davano modo di esprimere l'aspirazione del suo pennello di ritrarre l'istante. Un mondo fatto di affetti intessuti in fili di luce, dipinti che a volte si fanno essenziali nell'uso delle pennellate, una pittura a volte criticata perchè quasi asciutta, con porzioni lasciate alla tela grezza, ma incredibilmente espressiva e coinvolgente.
Immagini da Wikicommons.
Quando si dice "scomparsa"
Dopo la sua morte prematura a causa di una polmonite nel 1895 a soli 54 anni, e con un lascito di più di quattrocento opere, il suo lavoro è rimasto sotto il radar per molto tempo, confinato in collezioni private. Nel corso del XX secolo, l’arte di Berthe Morisot è stata finalmente riscoperta e riconosciuta. Mostre retrospettive a partire dagli anni ‘80 del secolo scorso hanno dato alla sua carriera l’importanza che meritava.
Fino ad oggi, quando Morisot arriva ad essere celebrata come una delle figure di spicco dell’Impressionismo (oltre alla mostra di Palazzo Ducale una retrospettiva le è stata dedicata anche dalla GAM di Torino) e, finalmente, il suo posto nella storia dell’arte è quello che le spettava fin dall’inizio.
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