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Immagine del redattoreRedazione TheMeltinPop

#andandoazonzo: da Genova all'Atlantico


Granada - Mirador de San Nicolas


di Emanuela Mortari


La voce del vento, lo schiaffo dell'Oceano Atlantico. Un viaggio ai confini dell'Europa, nel primo, o ultimo, a seconda dei punti di vista, baluardo di terra di fronte alla vastità dell'azzurro.


5.200 chilometri, cinquemiladuecento, per un giro ad anello che ha Genova come punto di partenza e di ritorno, Sagres, in Portogallo, la meta principale. Nel mezzo tappe diverse in Francia e in Spagna. Un percorso affrontato a luglio 2022, nel bel mezzo dell'ondata di caldo che ha investito l'Europa.


Tappe 6 e 7 – Vila Do Bispo – Granada – Murcia – Perpignan – Genova





Il bello di viaggiare in automobile è che anche il ritorno a casa è parte integrante della vacanza, occasione per scoprire altri luoghi. L'itinerario scelto per rientrare a Genova è completamente diverso da quello dell'andata. Anche in questo caso sono previste due tappe, ma stavolta passiamo dalla costa.

Si parte dopo una colazione mastodontica fornita in una box dalla gentilissima Josefina: pasteis de nata, frutta, yogurt, fette di torta, salumi. Decidiamo di conservare qualcosa per il viaggio.

La traversata dell'Andalusia è più lunga di quanto pensassimo. La stanchezza si fa

Granada - Chiesa di San Nicola

sentire, il caldo all'esterno pure (sempre sui 40°). Il paesaggio è caratterizzato da diversi saliscendi, ma soprattutto da enormi distese di ulivi, probabilmente milioni di alberi.

Decidiamo di fare una brevissima tappa a Granada. Con l'auto ci inerpichiamo verso il quartiere arabo Albayzín, quasi perdendoci tra le stradine strette lastricate, labirintiche e i vicoli ciechi. Temiamo di finire in qualche zona vietata alle auto, ma per fortuna riusciamo a parcheggiare non troppo distante dal punto panoramico forse più famoso della città: il Mirador de San Nicolás che offre una spettacolare vista sull’Alhambra, sulla Sierra Nevada e sulla città.


Anche da lontano l'Alhambra, la cittadella reale fortificata, ci fa capire perché è stata indicata tra i candidati delle sette meraviglie del mondo moderno. Restiamo affascinati dall'imponenza: la superficie occupata è di oltre 100 mila mq. Il complesso è considerato uno dei massimi capolavori dell’arte araba rimasti più o meno intatti sino ai giorni nostri.

Troviamo ristoro in un bar che dispensa acqua fresca vaporizzata sui tavoli all'esterno e ripartiamo.


Arriviamo a Murcia quando è ora di cena. L'Agalia hotel è un moderno quattro stelle nella zona periferica e congressuale della città. Prenotare una struttura ricettiva nel centro storico non era possibile sia per i prezzi molto alti, sia perché il parcheggio delle auto non è facile.

Cattedrale di Murcia

Approfittiamo del ristorante interno con piacere, siamo davvero molto stanchi. Il mattino dopo decidiamo di dare un'occhiata al centro storico prima di ripartire. In venti minuti a piedi attraversiamo il barrio La Fama, uno dei più multietnici della città, caratterizzato da palazzoni “da periferia”. È giorno di mercato e scopriamo che è il più importante della città (la sua vastità ce lo suggerisce). Dedichiamo poco tempo a visitare la cattedrale di Santa Maria, costruita alla fine del 1300. Ci sorprende il fatto che l'architettura esterna ricordi il rinascimento o il barocco, mentre l'interno è principalmente gotico.

Torniamo all'hotel e ripartiamo.


Comprendiamo che il traffico spagnolo si concentra soprattutto sulla costa perché rispetto alle autostrade interne percorse all'andata, i mezzi qui sono almeno centuplicati, soprattutto tra Valencia e Barcellona. Attraversiamo la Costa Brava e il profilo dei palazzoni impattanti costruiti nelle località più turistiche, evoca uno sviluppo ormai démodé.

Vicino al confine con la Francia il paesaggio torna verdissimo e bastano pochi chilometri ancora per raggiungere l'ultima tappa di questo viaggio lunghissimo: Perpignan.




Il capoluogo del dipartimento dei Pirenei Orientali, nell'Occitania, ci accoglie nel tardo pomeriggio. L'hotel Mondial, forse il peggiore tra le nostre scelte e purtroppo anche il più caro, è una struttura un po' datata. Dobbiamo parcheggiare a qualche centinaio di metri di distanza, ma almeno siamo vicini al centro storico, la cittadella caratterizzata da stradine strette, bistrot, negozi, ristoranti. Per raggiungerla attraversiamo una passerella sulla Basse, corso d'acqua simile a un canale che è un affluente del fiume Têt. Vicino alle sponde prati curatissimi, ma anche un palco scenografico che consente di ammirare chi si esibisce stando sulle due strade che costeggiano il fiumiciattolo. La serata offre un concerto gospel.

Decidiamo di cenare in un piccolissimo locale di cucina marocchina gestito da una signora che ci prepara forse il migliore cous cous mai provato e ci godiamo la passeggiata tra le viuzze cittadine ammirando l'illuminazione scenografica di alcuni palazzi storici.

La mattina ancora una breve passeggiata prima del ritorno definitivo a casa, accaldati, stanchi, ma arricchiti.


La geografia dell'Europa acquisisce tutto un altro significato quando passa dall'essere una cartina vista al computer o una lettura sui libri di scuola all'esperienza percorsa chilometro dopo chilometro.



 

Emanuela Mortari, nata a Genova nel 1977, laureata in Scienze Politiche, lavora come

pubblicista freelance per varie testate giornalistiche online, occupandosi prevalentemente di sport, economia e spettacolo. Nel 2021 esordisce nella narrativa con il thriller informatico "Connessione a rischio" (Another Coffee Stories Edizioni).








 

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